La strana storia delle bombe atomiche sudafricane

19/12/2013 di Mazzetta

GLI OMISSIS E LE VAGHEZZE – Gli analisti della CIA continuarono a lungo a sostenere che non c’erano «chiari» segni di un programma nucleare militare quando già l’AIEA e alcune organizzazioni contro la proliferazione nucleare lo davano per scontato, anche sul sito del Kalahari la CIA non andò oltre l’affermare che poteva essere usato per i test nucleari e che forse lo era già stato, ma parrebbe strano che l’agenzia non avesse registrato quanto già accaduto.

IL REATTORE DI SADDAM – Tra i documenti pubblicati di recente c’è anche un’interessante rapporto del 1979 sul reattore iracheno di Osirak, che sarà bombardato dagli israeliani nel 1981 (Document 4) che analizza il programma nucleare di Saddam, che nel 1980 entrerà in guerra con l’Iran usando come arma di distruzione di massa i gas che gli stessi Stati Uniti evitarono di denunciare all’ONU. Il rapporto si conclude dicendo che non c’è una prova robusta che Saddam stia perseguendo la bomba e che il reattore di Osirak, che stavano costruendo i francesi, non poteva produrre «più di qualche grammo di plutonio negli elementi carburanti» e che «Sarebbe un’operazione tecnica estremamente difficile» e della durata di anni per produrre abbastanza plutonio per un’arma e che avrebbe dovuta essere portata a termine «sotto il naso» degli ispettori e degli scienziati in visita». Gli ispettori dell’AIEA visitavano gli impianti in Iraq come visitano quelli in Iran e come non hanno mai visitato quelli del Sudafrica, d’Israele, Pakistan e India, tutti paesi che invece le armi atomiche le hanno costruite davvero e in discrete quantità.

LO SGUARDO SULLA COREA – Anche sulla Corea del Nord ci sono documenti del 1992 che concludono che «potrebbe già avere una bomba», anche se in questo caso la previsione si rivelerà in anticipo sui tempi di un paio di decenni rispetto al primo test. In generale si può quindi dire che ben poco di quanto è accaduto in giro per il mondo sul piano della proliferazione nucleare e della armi di distruzione di massa, sia sfuggito agli americani, ai sovietici e a buona parte dei loro alleati. La tendenza che si delinea mano a mano che i documenti sui periodi meno remoti emergono, anche se pure quelli che sono stati pubblicati di recente sono ancora macellati dagli omissis, è quella di amministrazioni americane che hanno fatto ben poco per ostacolare i piani di questi paesi, vuoi perché alleati, vuoi perché vederli armati di atomiche non andava contro gli interessi americani, che in particolare in Pakistan, Israele e Sudafrica ha potuto contare come bastioni dell’anticomunismo e argini all’espansionismo sovietico in regioni nelle quali l’intervento diretto americano era fuori questione. Non bisogna dimenticare che il regime segregazionista sudafricano il 14 ottobre 1975 si è lanciato nell’invasione dell’Angola che aveva appena risolto la questione dell’indipendenza dal Portogallo cacciando i portoghesi e concludendo la Guerra di indipendenza angolana con l’ascesa al potere di un governo di sinistra sostenuto dall’Unione Sovietica e da un robusto contingente di soldati cubani.

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