La violenza infinita in Messico

25/05/2012 di Maghdi Abo Abia

CONFLITTI – Negli anni ’90 si trasformò nella falange armata del cartello del Golfo, desideroso di mettere le mani sul mercato della droga nel Michoacán con tanto di addestramento da parte dei Los Zetas. Nel 2006, a seguito di un’operazione antidroga vi fu una scissione tra La Familia e i Los Zetas. La Familia si unì al cartello di Sinaloa diventando uno tra i più potenti e temuti dell’intero Messico. Il Cartello di Sinaloa gestisce il traffico di droga colombiano insieme alla marijuana e all’eroina messicana e del sud-est asiatico. Fino al 2008 era alleato con il cartello di Juárez che si occupa del transito della droga dal Messico agli Usa attraverso la città di Ciudad Juárez. Il suo “esercito” sono i “Los Negros”, un’unità di stampo militare nata per contrastare le operazioni del Cartello del Golfo

LA CITTA’ PIU’ PERICOLOSA A MONDO – Leader indiscusso dello stato di Chihuahua fino al 2008, in quell’anno vi fu la rottura dell’alleanza con il cartello di Sinaloa. Nel quadrienno successivo vi fu un’escalation della violenza che provocò 10 mila morti rendendo Ciudad Juárez la città più pericolosa al mondo. Al servizio del cartello di Juarez ci sono “Los Aztecas”.  A fare la parte del leone al momento è però il Cartello del Golfo, basato a Matamoros ed operante in 13 regioni messicane. I suoi affari vanno dal traffico di sostanze stupefacenti al contrabbando internazionale d’armi. Questo cartello è ben presente nel tessuto politico e sociale messicano visto la corruzione di politici e uomini di legge sia americani sia messicani. Il Cartello del Golfo poteva contare su una milizia di prim’ordine, i Los Zetas, una formazione paramilitare composta in origine da disertori delle forze speciali dell’esercito messicano e Kaibilies del Guatemala. Nel 2004, con l’arresto del capo del Cartello del Golfo  Osiel Cárdenas Guillén, i “Los Zetas” si licenziano dando vita a un proprio cartello della droga.

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