L’avventura segreta della Glomar Explorer

01/03/2014 di Mazzetta

GSF Explorer
GSF Explorer

LE RIVELAZIONI – Gli americani non trovarono nella sezione recuperata quello che cercavano, l’unico missile rimasto intatto tornò sul fondo dell’oceano insieme ai cifrari e alle apparecchiature elettroniche, si parlò di recuperarle prima con una nuova missione della stessa nave e poi con un batiscafo, ma da quello che finora è stato rivelato non è successo. L’interesse americano per il Golf II cala infatti all’improvviso quando il 19 marzo del 1975 Seymour Hersh pubblica sul The New York Times un resoconto documentato dell’impresa. Hersh era venuto a conoscenza del Project Azor, così era stato battezzato, ed era anche entrato in possesso dei progetti della nave, trafugati misteriosamente dagli uffici di Hughes. Agli atti ci sono anche le minute delle conversazioni del presidente Ford con i vertici dei servizi e la loro preoccupazione per le rivelazioni, che comunque reprimeranno con successo, tanto che prima e dopo reprimeranno anche lo stesso Hersh e il NYT, che avevano pubblicato perché il Los Angeles Times aveva parlato della storia in un articolo che ne informava per sommi capi e loro rischiavano di buttar via un lavoro di mesi del quale avevano le più autorevoli conferme e tutti i dettagli. Difficile comunque pensare che un’impresa del genere avrebbe potuto rimanere segreta a lungo, perché oltre ai militari, ai funzionari e ai dirigenti delle compagnie impegnate nell’impresa ciclopica c’erano anche operai, marittimi e altri soggetti impegnati nel progetto e in grado di capire a cosa servisse la Global Explorer,

CI HANNO MESSO UNA PIETRA SOPRA – Per i sovietici lo smacco fu grande e non solo perché le ragioni della propaganda imponevano loro di nascondere qualsiasi incidente, ma anche perché si saprà poi che mancarono diverse occasioni di capire le intenzioni degli americani, oltre a quella di rilevare la posizione dell’affondamento del proprio sottomarino. Poco dopo che Global Explorer aveva lasciato i cantieri una manina caritatevole recapitò all’ambasciata di Mosca un biglietto nel quale si diceva che gli americani stavano recuperando un sottomarino nel Pacifico, e non basta. L’idea di vedere da vicino che facesse quella strana nave qualcuno ce l’aveva avuta e una staffetta di navi aveva seguito per un po’ la Global Explorer, salvo mollarla sul più bello perché qualcuno all’ammiragliato a Mosca aveva giudicato inutile insistere, e così si sono ridotti a saperlo dai giornali. Non che saperlo avrebbe cambiato molto da quel che par di capire, si era ai tempi della distensione e ai sovietici bastava sapere che gli americani ci stavano provando per cambiare i codici e minimizzare i danni, semmai gli americani hanno fatto tutto il lavoro e chiarito i dubbi sulla sparizione dell’unità dispersa e del suo equipaggio. Una volta che i sovietici sono venuti a conoscenza del recupero, lo stesso ha paradossalmente perso ogni valore pratico e lo avrebbe perso anche se fosse stato un successo totale, il segreto era parte fondamentale del vantaggio che gli americani stavano cercando di ottenere sui rivali: carpire segreti senza farsi scoprire a farlo.

UNA SECONDA VITA DA TRIVELLA – La Global Explorer termina a quel punto la sua prima vita e viene messa in naftalina, i suoi costi di gestione sono mostruosi e ogni tentativo di sollecitare offerte per un suo impiego va a vuoto. Solo nel 1997 sarà riesumata dall’inventario e trasformata finalmente in una vera trivella navigante, ovviamente capace di raggiungere profondità da record. Dal 1998 ha ripreso il mare e proprio ora sta trivellando i fondali del Golfo del Bengala sotto la bandiera di Vanuatu. Quella che segue dal 1975 in poi è la storia di un lungo e inutile segreto, visto che della vicenda si è parlato in abbondanza e che nei suoi tratti fondamentali era ormai emersa, un segreto che si è rotto solo con la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Nel 1992 gli americani hanno consegnato al presidente Eltsin il filmato con il il funerale in mare per i sei marinai russi recuperati insieme si resti presi a bordo della Global Explorer (nel video sopra). Per parte loro i russi hanno confermato che vi furono abboccamenti tra le due parti e che già all’epoca si convenne di non parlarne più. Ancora oggi però la noiosissima CIA rilascia informazioni con il contagocce e gli appassionati sono particolarmente attirati dalla grande quantità d’immagini prodotte, nessuna delle quali è ancora stata diffusa, lasciando l’amaro in bocca sia agli storici che agli appassionati di storie del genere.

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