L’azienda farmaceutica che ti dava medicine marce

UN MOMENTO DI CRISI – Il sequestro condotto dai Nas nell’indagine, condotta dal PM di Genova Federico Manotti sembra quindi scrivere la parola fine nella storia della Ecobi, nata nel 1933 e oggi vittima, parole del titolare Giuseppe Lungaro, di una serie di difficoltà finanziarie aggravate da un debito nei confronti di Equitalia che stava portando l’azienda sul lastrico. Secondo Impresa Italia, la Ecobi apparteneva alla classe di fatturato compresa tra 5 e 13 milioni di euro l’anno e poteva contare su un numero di dipendenti prossimo alla cinquantina. Ciò ovviamente non può giustificare la rietichettatura di farmaci scaduti, come confermato dalle forze dell’ordine, né tantomeno la presenza di un magazzino abusivo. I carabinieri hanno anche sequestrato i prodotti utili alla fabbricazione dei medicinali, per un valore pari a cinque milioni di euro, e due tonnellate di principi attivi. Intanto l’azienda ha “cancellato” il proprio sito internet, il quale è rimasto on line sicuramente fino al 21 gennaio 2011, come attestato dalla Internet Wayback Machine.

I FARMACI DA RITIRARE – L’Assofarm, ovvero l’ente che rappresenta a livello istituzionale e sindacale le Aziende Speciali, i Consorzi, e i Servizi Farmaceutici e le Società che gestiscono le farmacie pubbliche, il cui giro d’affari è stimato intorno ai 1.700 milioni di euro, ha pubblicato lo scorso 23 febbraio un comunicato dell’AIEA nel quale si chiedeva il ritiro immediato di una serie di farmaci, ovvero il Nimesulene supposte 200 grammi e l’Emopon 12 flaconcini 5 ml dei Laboratori Guidotti, il Minovital soluzione cutanea al 2%, flacone da 60 ml della ditta Lab Terapeutico, il Dermirit crema 0.5% tubo 20 grammi della ditta Morgan Italia di San Lazzaro di Savena (Bologna) e della ditta Morgan di Vicenza. Nella comunicazione venivano invitate le ditte, le quali ricordiamo non avevano prodotto il medicinale, fabbricato invece dalla Ecobi, a ritirare i prodotti dal mercato entro 48 ore dal ricevimento dell’avviso, con tanto di verifica dei Carabinieri. Per tale comunicazione era ammesso il ricorso al Tar o al Presidente della Repubblica.

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