Legge elettorale: è ok della Camera
12/03/2014 di Stefania Carboni
LEGGE ELETTORALE OK DELLA CAMERA – Con 365 sì, 156 no, 40 astenuti, 68 assenti: la Camera approva la legge elettorale.
Legge elettorale. Stiamo per votare. Il gruppo Scelta civica si astiene. #opencamera
— Adriana Galgano (@AdrianaGalgano) 12 Marzo 2014
I grillini alzano dei cartelli ma vengono bloccati dai commessi.
Ooooh i cartelli dei grillini! Mi mancavano! #opencamera
— Miriam Cominelli (@miriamcominelli) 12 Marzo 2014
Ed ecco qui i cartelli alzati in aula:
ITALICUM E I NON “AMICI” DEI GRILLINI – Nuti interviene per parlare e precisare le parole del collega Pd. «Prima si è rivolto a noi parlando di “amici”. Ecco siccome questa parola pronunciata da questo collega la ritengo offensiva tengo a chiarire semplicemnte che non siamo amici di coloro che hanno creato i problemi che cercano di risolvere. Noi non siamo amici vostri». Partono rumori dai banchi Pd.
LEGGE ELETTORALE LA DISSIDENTE BIANCOFIORE -Biancofiore (FI) vota in dissenso dal gruppo: «Col cuore triste. Mi sono vestita di nero perché oggi questa Camera sta celebrando il funerale nella mia terra». Poi si rivolge alla “distratta” Boschi e se la piglia con i voti etnici del partito dell’Alto Adige e i suoi “90 milioni di voti del partito” di Forza Italia. What’s?
LEGGE ELETTORALE: IL RESISTENTE SPERANZA – Gli applausi dai colleghi per Toninelli coprono la prima parte di intervento di Speranza (che pare infastidirsi leggermente). Speranza illustra i motivi di un sì alla legge elettorale. «Una risposta ferma, convinta, forte ad una domanda tutt’altro che banale e non solo italiana. Le riforme servono al paese per produrre sviluppo. Quando penso alla Repubblica il pensiero va alal Resistenza ai cittadini che hanno versato il loro sangue per questa democrazia. Oggi riformarla è l’unico modo per salvarla». Poi difende le parole del presidente della Repubblica: «Anche oggi ho sentito insulti. Giorgio Napolitano è un cardine della democrazia. Fare riforme significa dare un senso al secondo mandato che noi gli abbiamo dato». Poi si rivolge ai 5 Stelle: «Voglio dirlo con forza: basta con le occasioni sprecate, basta con lo stare sui tetti. Quante espulsioni ancora prima di comprendere che questo paese può cambiare».
.@robersperanza #PD scomoda la resistenza e le Fosse ardeatine per difendere #Italicum. Mi pare un po' troppo, onestamente. #opencamera
— Andrea Sarubbi (@andreasarubbi) 12 Marzo 2014
LEGGE ELETTORALE: TONINELLI E IL TUTTI A CASA -Una orrenda schifezza, così Toninelli del MoVimento 5 Stelle critica la legge elettorale. Premio di maggioranza abnorme, non conoscibilità del candidato. «Interessa solo derubare i cittadini di uno dei momenti (ormai pochi) quando uno vota. Triste involuzione del Porcellum, dopo la sentenza della Corte bisognava ripartire da zero per giungere ad un unico risultato la nascita di una nuova classe politica che rispondesse all’aiuto dei cittadini». Toninelli cita la legge depositata nei mesi scorsi e la legge al vaglio sul portale Lex: «Per voi è importante spargere mondizia su di noi. Ma chi credete di essere? Nessuno vi crede più nemmeno i vostri elettori che non gli è rimasta che l’autofustigazione per votarvi. Voi avete fallito. A casa mia una legge dove i cittadini non potranno scegliere si chiama truffa».
A casa mia tutto questo si chiama (aggiungere nefandezza a caso) #opencamera
— Domenico De Treias (@De_Treias) 12 Marzo 2014
LEGGE ELETTORALE: SEL E L’ITALIA COME LA TURCHIA – Gennaro Migliore cita la Turchia e la Russia sulle soglie di sbarramento. Troppo alte per i deputato Sel. E ora l’Italia si aggiungerebbe al duo. «Legge elettorale senza voto con un leghista con lo 0,1 eletto in Molise. Noi abbiamo difeso fino alla fine la legge Mattarella non quelli che l’hanno portata come un vessillo. E lo dico ai colleghi 5 Stelle con i vostri voti avremmo potuto far passare il Mattarellum e non questo scempio». Sel espone dei volumi della Costituzione. E Migliore cita gli articoli che tutelano il diritto di voto. Il gruppo viene richiamato dalla Boldrini. Migliore cita l’odore della rosa: «Quello dell’Italicum e il non dolce odore ma il pesante olezzo di quello che noi chiamammo Porcellum. Questa legge si leggerà dall’odore». Con tanto di verbo “impistilentire”.
LEGGE ELETTORALE: I BICCHIERI MEZZO VUOTI DI NUNZIA – Nunzia De Girolamo con Ncd annuncia voto favorevole. Lo fa non senza citare bicchieri mezzo vuoti o mezzo pieni. Il suo intervento viene osservato sui social così:
Per aderire alla campagna "libera un congiuntivo per la #Degirolamo", invia un sms al numero della #cancellieri #opencamera
— Marianna Aprile (@mariannaaprile) 12 Marzo 2014
Nunzia ha imparato una nuova parola. "disproporzionalità" #opencamera
— Massimo Carota (@MassimoCarota) 12 Marzo 2014
LEGGE ELETTORALE: NO SCELTA CIVICA – «La legge elettorale deve essere trasparente. Diversi aspetti dell’Italicum non danno all’elettore elementi di fiducia», Renato Balduzzi si Scelta Civica annuncia il voto contrario all’Italicum. Al Senato sarà difficile.
Dellai annuncia no alla #LeggeElettorale di @PopolariITA. @scelta_civica si astiene #opencamera. A #opensenato senza centristi sarà dura
— luciano ghelfi (@lucianoghelfi) 12 Marzo 2014
LEGGE ELETTORALE: OGGI VOTO FINALE – È ripresa in aula alla Camera la discussione sulla legge elettorale. Questa notte è terminato il voto degli emendamenti e dei 15 ordini del giorno presentati. Questa mattina invece ci saranno le dichiarazioni di voto con la votazione finale. La riforma elettorale dovrà poi passare al Senato con maggioranza sempre più esile.
LEGGE ELETTORALE: TUTTI GLI OSTACOLI – Il governo trema ma l’Italicum alla Camera si avvia verso il primo si’, al termine di una maratona notturna e dopo una serie di votazioni ad altissimo rischio. L’intesa Renzi-Berlusconi regge e vengono respinti per il rotto della cuffia gli emendamenti che potevano minarla, soprattutto quello sulla doppia preferenza di genere dove Matteo Renzi evita lo scivolone per 20 voti soltanto e si vede costretto a schierare in Aula il governo a ranghi compatti, ministri e sottosegretari. Restano bloccate le liste dei candidati in Parlamento e si evita il peggio anche sull’emendamento per reintrodurre le preferenze, bocciato per 35 voti (264 sì contro 299 no).
in tutto questo l’Aula è ancora vuota (tranne chi parla e una trentina di altri). Nessun ministro ai banchi del governo. #opencamera
— Andrea Sarubbi (@andreasarubbi) 12 Marzo 2014
LEGGE ELETTORALE: COSA PASSA E COSA NO – Voto finale di Montecitorio fragile, con numeri sempre più esili e che lasciano presagire nuove complesse trattative al Senato ed una sorta di redde rationem nel Pd, il partito del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Si assottiglia ancora di più la maggioranza che sostiene il patto Pd-Fi sulla legge elettorale ma arriva il via libera su due pietre angolari dell’Italicum: l’emendamento che prevede la soglia di sbarramento al 37% per ottenere il premio di maggioranza al 15% (315 sì, 237 no), la soglia di ingresso del 4,5% per i partiti in coalizione, dell’8% per i partiti non coalizzati e del 12% per le coalizioni. Passano anche il ballottaggio tra le due coalizioni che ottengono più voti ma non superano la soglia del 37% ed i criteri ed algoritmi per la ripartizione dei seggi. L’Aula boccia invece le primarie obbligatorie per scegliere i candidati. Intanto Matteo Renzi, alla vigilia del decisivo consiglio dei ministri di oggi, non è stato in Aula ma fin dal mattino ha dovuto fare i conti con il forte malumore di un Pd spaccato, che ha convocato al Nazareno per blindare l’accordo e sedare gli animi dopo la bocciatura sulle quote rosa.
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ITALICUM: POSIZIONI DIFFERENTI – «Non è giusto chiamarli piccoli partiti, ma partiti ‘non allineati’. E non siamo nemmeno così inutili come si è detto, visto che i nostri voti aiutano la coalizione a salire. Il Parlamento non è proprietà dei grandi partiti, ma rappresenta gli italiani e tutti gli italiani hanno il diritto di essere rappresentati», ribadisce in aula alla Camera la capogruppo di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, durante le dichiarazioni di voto sulla legge elettorale, annunciando voto contrario del gruppo. Il gruppo per le minoranze linguistiche voterà invece a favore della legge elettorale. Lo ha riferito in aula alla Camera Albrecht Plangger nel corso delle dichiarazioni di voto finale sull’Italicum. «Questo provvedimento è nato fuori dalle aule parlamentari, con un accordo tra Pd e Forza Italia. Un accordo così tenace da aver resistito a ogni proposta emendativa […] Un provvedimento che prevede un sistema bipartitico che non fa parte della cultura e della storia democratica del nostro Paese. Annuncio quindi il voto contrario di Centro democratico», dichiara invece il capogruppo del Misto (esponente Cd), durante le dichiarazioni di voto sulla legge elettorale.