Le Iene e il servizio choc che ti spiega quando puoi uccidere un ladro senza andare in galera

27/10/2015 di Redazione

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Photocredit: Mediaset/Le Iene

«QUANDO È LEGITTIMA DIFESA?» –

Ed è a questo punto che il servizio de Le Iene entra nel dettaglio, spiegando per filo e per segno cosa si deve fare – o non fare – perché venga riconosciuta la legittima difesa. Golia va interpellare un avvocato, che spiega:

La legittima difesa è ammessa quando sussistono contemporaneamente tre requisiti: il primo è che la reazione sia assolutamente necessaria, il secondo è che il pericolo deve essere presente e, ultimo, che vi sia proporzione tra offesa e difesa.

Arriva addirittura l’esempio concreto per voce dell’avvocato Tognolo:

Se io vengo minacciato con un’arma giocattolo, che io riconosco come tale ma voglio comunque infliggere una punizione, rispondo del reato di omicidio volontario. Se io non riconosco l’arma giocattolo – perché non ha il tappo rosso o è troppo buio – non sarò punibile. Se invece ero nella condizione di riconoscere un’arma giocattolo come tale, risponderò del reato di omicidio non volontario, che prevede pene meno severe rispetto al reato di omicidio volontario.

Il servizio di Golia prosegue dando la parola ai diretti interessati: il gioielliere vicentino che è stato vittima di diverse rapine di cui una in casa sua, durante la quale i rapinatori gli hanno tenuto una pistola alla tempia davanti alla moglie e alla sua bambina, che sostiene la necessità di difendersi davanti all’intruso, e che le condizioni imposte dalla legge sulla legittima difesa sono, appunto, soltanto cavilli non applicabili alla realtà. Viene poi intervistato anche Mattielli, l’uomo condannato per tentato omicidio, il quale ripete di aver scaricato addosso ai ladri un caricatore intero per difendersi perché esasperato dai continui furti.

Guarda le foto:

«QUANDO POSSO SPARARE?» –

Ma il “piccolo manuale per rientrare nella legittima difesa” non finisce qui. Golia va a interpellare il professor Gatta, docente all’Università di Milano, che spiega:

La giustizia è pubblica, così come la sicurezza dei cittadini deve essere assicurata dallo stato. Io posso difendermi solo quando lo stato non può intervenire tempestivamente: se una persona viene aggredita in casa non ha tempo per attendere le forze dell’ordine, ma la reazione dovrà essere valutata nei limiti della legittima difesa. […] Sparare a un ladro che scappa con la refurtiva non è legittima difesa, perché la vita del rapinatore è un bene più importante rispetto al patrimonio. Non si tutela più questa vita quando io devo difendere la mia, di vita.

Scatta ancora l’esempio di Golia, applicato al caso pratico:

Se ti accorgi che il ladro è al piano di sotto non puoi sparare, puoi fare rumore per farlo scappare. Il pericolo deve essere imminente: se mi sale di sopra, armato gli posso sparare.

Sarà abbastanza chiaro o magari serve fare un altro esempio ancora?

(Photocredit copertina: Mediaset/Le Iene)

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