L’impero del fumo è in Cina
06/09/2010 di Ferma Restando
Sigarette, sigarette, sigarette: un vizio che i cinesi hanno preso con il (relativo) maggiore benessere. E non riescono a fermarsi.
Lo Yunnan, visitata da milioni di turisti, e in passato destinazione di artisti e scrittori, oggi è la sede della più grande industria di sigarette cinesi. Scrive l’Espresso che i fumatori cinesi sono circa 350 milioni, il 29% della popolazione. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) afferma che il tabacco uccide 5 milioni di persone all’anno, di cui un milione in Cina, dove il cancro ai polmoni è aumentato del 465% dal 1980.
SITUAZIONE INVARIATA – L’OMS e il CDC hanno notato che la situazione è rimasta invariata dal 2002. In Cina sei dottori su dieci fumano, e l’abolizione delle sigarette negli ospedali è stata decisa solo lo scorso 31 maggio, ma non è ancora vietato fumare nei luoghi pubblici. “Lo Stato ha tutto l’interesse a diffondere le sigarette” dice England. Infatti le società del tabacco sono sotto il monopolio di Stato. L’anno scorso la Cina avrebbe guadagnato 76 miliardi di dollari tra tasse e utili, quest’ultimi da soli ammontano a 14,3 miliardi di dollari, che superano quelli della multinazionale Philip Morris di 6,3 milioni di dollari. Al secondo posto per la produzione di sigarette troviamo il Brasile e l’India, ma di certo non possono competere con la grande industria cinese. Nello Yuxi è stato anche costruito un museo della sigaretta per celebrare l’importanza del tabacco nell’economia del paese. Migliaia di contadini affittano le loro terre in cambio dei 1200 euro annuali, e molti di loro lavorano anche nelle industrie di sigarette.
UN PO’ DI STORIA – La storia del tabacco cinese è molto antica, risale a circa 400 anni fa quando, il tabacco fu importato dai portoghesi in queste terre. Il modo più usato fu per molto tempo la pipa, che consentiva agli artigiani di crearne anche di molto preziose, così l’aristocrazia feudale le ricercava come simbolo di status. All’inizio del secolo scorso si sono introdotte le sigarette impacchettate, così fumare da abitudine di pochi ricchi, si è trasformato in vizio di molti. Il primo passo di un incontro di affari è offrire al proprio partner una sigaretta, seguita dal gesto di accenderla. E se si vuole fare bella figura con un politico, è importante portare in regalo una stecca di Panda o Zhonghua, le marche più pregiate. Esiste anche una curiosa tradizione matrimoniale, di cui fanno parte le sigarette “della felicità matrimoniale”, le Double Happiness. Queste sigarette sono avvolte in cartoni rossi e dorati e la tradizione vuole che lo sposo saluti invitato per invitato con un brindisi di baijiu, la grappa cinese e che la sposa accenda ad ognuno la sigaretta.
FUMARE E’ FIGO – Ormai è risaputo che il tabacco oltre a essere la principale causa di morte, è anche quella che si prevede più facilmente. Nonostante questo, il fumo è un vizio sempre più diffuso tra la popolazione giovanile. I fumatori di sesso maschile arrivano a una percentuale di oltre il 53%. Meno diffuso invece il vizio tra le donne di cui solo il 2,4% ha assunto il vizio. Un eccezione che si è creata per svariati motivi; uno di questi è sicuramente la figura dell’uomo “macho” nella gestualità di fumare la sigaretta. Purtroppo il divario creatosi tra uomo e donna non durerà a lungo, infatti sono sempre di più le giovani ragazze che provano il piacere della sigaretta. Come dichiara una quattordicenne al “Washington Post”; “Fumare è figo, mi aiuta a studiare e d’estate tiene pure lontane le zanzare”.