L’italiana che difende la tradizione svedese

13/09/2012 di Maghdi Abo Abia

PERICOLO DIOSSINA – Inoltre l’Unione Europea già da molto tempo è partita con una battaglia contro il Surströmming, in quanto secondo le conoscenze di Bruxelles, nella zona di allevamento di queste aringhe, ovvero nel nord del Mar Baltico, vi è una concentrazione fuorilegge di diossina. La situazione si è fatta subito molto grave, tanto che Anna Maria Corazza il 3 settembre 2010 presentò un’apposita interrogazione al Parlamento Europeo ribadendo l’utilità della deroga per la produzione e la vendita di aringhe fermentate, la quale si sarebbe conclusa il 31 dicembre 2011 per poi venire estesa, per evitare che sparisse una parte del patrimonio culturale del Paese.

SALVIAMO LA CULTURA NAZIONALE – “Le aringhe fermentate -spiegò all’epoca la Corazza- sono una specialità nazionale e vengono prodotte tradizionalmente con un metodo di conservazione che esiste da millenni. Il pesce del Mar Baltico presenta un contenuto di diossina leggermente superiore a quello consentito nell’UE, tuttavia, considerando l’esiguità dei quantitativi e il fatto che gli svedesi si nutrono raramente di questo pesce, esso non costituisce una minaccia per la salute”. Come vedremo a seguito di un sondaggio, solamente il 9 per cento degli abitanti del paese nordico consuma questo alimento. Per questo motivo, nonostante non sia salutare, le conseguenze per l’organismo non sarebbero gravi neanche per un consumo prolungato.

VOGLIAMO SALVARE LA NOSTRA STORIA – Il problema poi riguarda, oltre al mantenimento della tradizione, anche il rischio di perdita di posti di lavoro di centinaia di pescatori e piccole e medie imprese legate a vario titolo nell’industria dell’aringa fermentata. Inoltre l’impegno dell’ufficio svedese per la pesca nella ricerca di zone di allevamento di questi animali al di fuori del Mar Baltico così da trovare aree i cui livelli di diossina sono inferiori dimostra, oltre alle indagini ulteriori condotte sulle proprietà organolettiche dell’aringa fermentata, dimostra l’intenzione del Paese di mantenere viva quella che è una tradizione.

E SE PRENDESSIMO IL MARCHIO DOP? – L’impegno della Corazza nell’ottenere una deroga ha avuto i suoi frutti, con il beneficio ulteriore della Finlandia la quale potrà continuare a consumare le sue prelibatezze approfittando della parità di trattamento. Ora è arrivato il momento di spingersi oltre, chiedendo il riconoscimento della denominazione di origine protetta, in svedese “skyddad ursprungsbeteckning”. Il Dagblat racconta di un incontro a livello provinciale dei responsabili delle aree dove viene prodotto il “Surströmming” affinché venga riconosciuto lo stesso standard dello Champagne e del Parmigiano, senza la preoccupazione che qualcuno possa copiare la ricetta di tale leccornia.

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