L’italiana che difende la tradizione svedese

13/09/2012 di Maghdi Abo Abia

CENTRO MONDIALE DELL’ARINGA FERMENTATA – Il Governatore della regione del Västernorrland, Bo Källstrand, ha rivendicato che nella sua provincia viene prodotto l’80 per cento delle aringhe fermentate in tutto il mondo e che solo per questo motivo dovrebbe essere riconosciuto come un bene pubblico svedese. Indipendentemente dalla questione puzza, che ha divertito anche i giornali di quel Paese, Boo Dahlin, presidente della Surströmming Academy, ha spiegato che è necessaria una coordinazione ad ogni livello politico per arrivare all’obiettivo, magari estendendo la certificazione a tutto il golfo di Botnia.

UN’INDUSTRIA VECCHIA DI 500 ANNI – Sverigesradio riporta altre parole di Boo Dahlin, per il quale questa industria esiste nel paese da circa 500 anni e che sarebbe ingiusto seppellirla o quantomeno non riconoscerla. I locali sono sicuri che questo riconoscimento verrà dato senza troppi problemi, anche perché si tratta di un alimento tradizionale. E probabilmente dovrebbero dire grazie a questa italiana, di famiglia emiliana ma nata a Roma ed entrata nel cuore degli svedesi. Giusto per dare un’idea della sua combattività, alle elezioni europee del 2010 venne candidata all’ottavo posto nel partito moderato. Visto che gli eletti potevano essere cinque al massimo decise di dare tutto quello che aveva per lanciarsi in una violenta campagna elettorale.

L’ELEZIONE DEL 2010 – “Sapevo di dover lavorare il doppio degli altri – racconta- e mi sono rivolta direttamente al popolo svedese”. Ha scelto di puntare sul cibo e la sicurezza alimentare, sul mangiar sano e sui prodotti tipici della sua terra. Ha parlato di corretta informazione, controlli alimentari e lotta alle sofisticazioni. Venne eletta con 86 mila preferenze, superando la diffidenza iniziale data dal suo essere non svedese. Anna Maria Corazza da quel giorno non fu più solo “la moglie del Ministro”.  “É stata una bella vittoria -ha spiegato al Giornale-. Ho parlato delle cose che conosco bene e la gente mi ha capita. La mia famiglia ha un’azienda agricola e io sono cresciuta in fattoria, tra le mucche e i maiali. Arrivata a Stoccolma ho creato un sito internet sulla gatronomia italiana e due piccole società per diffondere i nostri prodotti alimentari. Ho scritto anche un libro nel 2002 , Da Parma con amore, che in Svezia è diventato un best seller. Di che cosa potevo occuparmi a Bruxelles se non di cibo? D’altronde, è collegato alle 4 grandi malattie moderne: tumore, infarto, diabete, obesità, E il cibo può uccidere, come in certe allergie”.

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