L’Italicum e la Camera dei «nominati» come col Porcellum
27/01/2017 di Redazione
L’Italicum modificato dalla Corte costituzionale rende probabile una Camera dei Deputati composta da una netta maggioranza di parlamentari nominati dai partiti e non selezionati direttamente dagli elettori con il loro voto. Un esito della sentenza della Consulta, che rende vicina la nuova legge elettorale al Porcellum bocciato come incostituzionale.
LA CAMERA DEI NOMINATI
Il Fatto Quotidiano di oggi evidenzia come la bocciatura del ballottaggio dell’Italicum renda più probabile la crescita dei parlamentari «nominati» dalle forze politiche. La nuova legge elettorale uscita dalla Consulta prevede infatti che ogni partito possa candidare 100 capilista, che vengono eletti per primi nel momento in cui scatta il seggio nel loro collegio. Questo meccanismo rende meno rilevanti le preferenze: solo in caso di due o più seggi in un determinato collegio sono eletti i parlamentari attraverso l’indicazione dei cittadini. L’abolizione del ballottaggio e il difficile raggiungimento del premio di maggioranza, ottenibile solo superando la soglia del 40%, rende sempre più «nominata» la prossima Camera dei Deputati.
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LA CAMERA DEI NOMINATI DELL’ITALICUM
Secondo le stime del Fatto Quotidiano se una lista ottenesse il premio di maggioranza alla Camera verrebbero eletti una quota di deputati tra i 335 e i 360 deputati. In caso di mancata assegnazione del bonus per la governabilità i «nominati» aumenterebbero, e sarebbero tra i 426 i 456 deputati, oltre i 2/3 di Montecitorio. Praticamente solo gli elettori di PD e M5S eleggerebbero con la loro preferenza un deputato da loro gradito, visto che la maggior parte dei seggi sarebbe distribuita tra i capilista. Questo meccanismo crea un rilevante problema di omogeneità con il sistema del Senato della Repubblica, dove invece la bocciatura del Porcellum ha portato la Consulta a introdurre la preferenza unica, su circoscrizione regionale.
ITALICUM E PORCELLUM
La contraddizione è spiegabile dalle motivazioni della 1/2014, la sentenza della Consulta con la quale erano state bocciate come incostituzionali diverse disposizioni del Porcellum. La Corte non aveva infatti cassato le liste bloccate, ma limitato l’incostituzionalità alla loro eccessiva lunghezza, tale da rendere l’eletto sconosciuto agli elettori. Per questo motivo era stato inserito di nuovo nell’Italicum il meccanismo delle liste bloccate, per quanto parziali.
Foto copertina: profilo Facebook di Camera dei Deputati