L’analisi del vicesindaco Luca Bergamo sul Movimento 5 stelle a Roma
29/12/2016 di Redazione
Oggi Ernesto Menicucci intervista per Il Messaggero il vicesindaco di Roma, con deleghe alla crescita culturale, Luca Bergamo. E sul quotidiano esce una profonda analisi del Movimento e della giunta Raggi, specialmente dopo il caso Marra:
«È chiaro che paghiamo anche queste tensioni, oltre agli errori di valutazione su Marra. Un danno di credibilità c’è stato».
Ora tutti dite che avete sbagliato su Marra: non potevate farlo prima?
«Veramente qualcuno lo aveva detto… Non abbiamo ben considerato la sua storia personale e abbiamo fatto un grave errore di valutazione».
Avete sbagliato anche sulla Muraro?
«È presto per dirlo. Per ora abbiamo preso atto che non c’erano più le condizioni per proseguire».
Colomban parla di un codice etico: serve?
«In una società in cui è sempre più difficile parlare di etica, rendere esplicito il codice a cui si riferisce un movimento che si assume responsabilità di governo è sempre positivo».
Luca Bergamo non dà voti sul lavoro svoloto finora ma è d’accordo con il collega Colomban: servirà del tempo per cambiare Roma. Quanti anni? «Per quanto riguarda me e il mio assessorato, un paio credo. La città è stata mal gestita e non governata per troppo tempo, con effetto disastroso sui conti pubblici». Un declino, spiega Bergamo, di cui la «giunta Alemanno ha dato il colpo di grazia con la gestione privatistica delle aziende partecipate e del Comune».
«Dal ‘93 al ‘97 (prima giunta Rutelli, ndr) c’è stato un periodo di innovazione della città: venivamo da Tangentopoli, la presa dei partiti organizzati si era allentata, tanto che quelle giunte avevano un carattere civico. Poi quella spinta, che andava declinata negli anni 2000, si è persa e dal 2004 (seconda giunta Veltroni, ndr) in poi ha prevalso un certo gigantismo».
E ora con M5S?
«Il Movimento ha avuto il merito di sciogliere il nodo di una forma di partecipazione alla vita politica come soggetti singoli e non appartenenti a una categoria. Fatte le debite differenze, le giunte di Roma e Torino somigliano più a quelle dell’inizio anni ‘90».
Bergamo non è iscritto al Movimento 5 stelle. «Sono un uomo di sinistra, non comunista, che si ispira a quella linea di pensiero che riporta a Giustizia e libertà e al Partito d’azione», spiega. Nella lunga intervista traspare la stima verso la sindaca (una persona di una forza morale e psicologica
enorme), che ha subito attacchi e le cui lacrime nella messa della Caritas a Natale sono più che giustificate.
Sull’albero però non perdona…
Ci tolga una curiosità: l’albero di Natale a piazza Venezia le piaceva?
«No, era brutto. Perché? Boh, è venuto male…».
(in copertina Lucca Bergamo, foto © Matteo Nardone/Pacific Press via ZUMA Wire)