Luciano Lutring: il solista del mitra che divenne poeta
13/05/2013 di Alessandra Cristofari
Luciano Lutring, il “solista del mitra” è morto a 76 anni, intorno alle 3:00 della scorsa notte. L’uomo è stato uno dei protagonisti indiscussi della criminalità degli anni ’70 ma, dopo due grazie presidenziali e una pena scontata in carcere, ha cambiato vita ed è diventato apprezzato scrittore e poeta.
IL SOLISTA DEL MITRA È MORTO – “Nessun uomo nasce con l’etichetta di criminale. Ma a volte le contingenze, e anche le coincidenze, possono spingere chiunque nel baratro. Da questa mia storia si comprenderà che la fede e l’arte possono aiutare chiunque a uscirne e trovare la giusta collocazione nella società. Lasciando ai posteri, ma prima di tutto a Dio, il giudizio finale” così Luciano Lutring presentava la sua esperienza criminale nel libro edito da Mursia in cui raccontava la storia della sua vita. Si è spento intorno nelle prime ore della notte di ieri, il solista del mitra, che aveva 76 anni e viveva ad Arona insieme alla famiglia: da tempo malato, lo scorso venerdì era finito in coma nell’ospedale Castelli di Verbania, dove era ricoverato. I funerali verranno celebrati a Massimo Visconti, un paesino sulle montagne di Stresa tanto amato da Lutring per i suoi paesaggi che ispiravano i suoi quadri dopo il cambio totale di vita. Ecco come ha vissuto l’ex criminale artista.
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LA VITA DI LUTRING – Luciano Lutring nasce a Milano 76 anni fa e i genitori vorrebbero farne un musicista, un bambino con la passione del violino e fin dalla tenera età lo indirizzano verso la passione artistica ma qualche anno più avanti la custodia del violino inizierà a contenere altro. Luciano capisce che non vuole fare il musicista nella vita e inizia la sua esperienza criminale e anziché trasportare il violino, nella custodia finisce un mitra che lo aiuta ad ottenere un bottino totale di 30 miliardi di lire dell’epoca. Lutring mette a segno centinaia di rapine, soprattutto in banca durante gli anni Sessanta e Settanta: il suo stile di vita è fatto di grandi hotel, belle donne e lusso sfrenato ma la sua corsa si ferma con l’arresto del 1965 a Parigi dove sconterà 12 anni di carcere dell’iniziale condanna a 22 anni. Nel periodo della detenzione capisce che la strada intrapresa è sbagliata e inizia un percorso che lo porterà ad avere una corrispondenza con l’allora presidente della Camera Sandro Pertini. Il Presidente della repubblica francese Georges Pompidou lo grazia e nel 1977 arriva la grazie anche del Presidente italiano Giovanni Leone. La sua autobiografia diventa una pellicola cinematografica e Alain Delon interpreta “Lo Zingaro”. Ecco alcune opere che potete trovare nella sua pagina Facebook ufficiale:
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NEL SUO RICORDO – “Sono la figlia Katiusha, con dolore al cuore annuncio che mio padre è venuto a mancare questa notte. Ringrazio tutti coloro che gli sono stati vicini sempre e lo hanno stimato” le parole della figlia per annunciarne la scomparsa. Luciano Lutring è un uomo che ha peccato ma che ha saputo ripulire la sua vita, lasciando un ricordo affettuoso nelle persone vicino: “Raccontava ai giovani di vivere d’arte e onestà, e non dei suoi stessi errori” ha detto Andrea Villani, suo amico e biografo che insieme all’ex criminale ha ripercorso le tappe della sua vita in “Luciano Lutring, la vera storia del solista del mitra” per Mursia. Villani ne parla con commozione: “Come era riuscito a sfuggire, tante volte, alla polizia questa notte alle 3:30 il ‘Solista del Mitra’ è fuggito dalle mani dei medici e si è nascosto in un luogo che credo gli sarà leggero. Un uomo che aveva sbagliato, a suo tempo, ma che aveva già scontato, con interessi spropositati, gli sbagli che aveva commesso in gioventù”. Luciano Lutring amava agire da solo durante le rapine, da qui il suo nome d’arte nel mondo del crimine, l’amico Giorgio La Torre ricorda così ‘il Solista’: “È rimasto il solito Lutring fino all’ultimo: allegro, ottimista, sorridente. Anche se ormai aveva capito che era agli sgoccioli”. Anche Villani ha detto che Lutring ha continuato le sue ‘fughe’ anche durante la malattia: “Aveva tante passioni. Le sue ultime fughe sono state quelle dalle medicine: scappava alla stazione di Stresa dove sognava di vedere scendere da un treno Yvonne, il grande amore della sua vita, scomparsa anni fa. Mi piace pensare che adesso siano insieme”. Un ex criminale, un pittore, uno scrittore ma anche un romantico: ” Con lui muore l’ultimo dei romantici. Dopo le grazie presidenziali aveva cambiato vita. Aveva paura persino di prendere una multa per divieto di sosta. Amava incontrare la gente e raccontare le storie del suo passato, ma senza autoincensarsi. Ai giovani raccomandava sempre di non seguire il suo percorso”. La Torre ricorda una brutta esperienza durante il periodo criminale: “Quella volta in cui rimase seriamente ferito in Francia. Al ristorante, a volte, ci faceva vedere le cicatrici lasciate dai proiettili sull’addome e diceva: ‘vedete, da quelle parti non si mangia tanto bene come qui in Italia'”
L’UOMO LUCIANO – Lutring se n’è andato circondato dall’affetto della sua ex moglie Flora, delle figlie e degli amici. “Lo Zingaro” è stato forte e ottimista fino all’ultimo: “Appena ne vengo fuori, mi diceva, andiamo a mangiare a Galliate e poi cerchiamo di vendere un paio di quadri. Era fatto così. Faccio ancora fatica a crederci, io come tutti coloro che gli sono rimasti accanto: ci piaceva pensare che avesse sette vite, come i gatti” ha detto ancora La Torre. Luciano Lutring era sì un rapinatore ma viene ricordato come “il criminale che non ha mai ucciso nessuno”. L’aspetto ‘sentimentale’ dell’uomo si deduce anche dal rapporto che aveva con Yvonne che La Torre ha definito “Il grande amore della sua vita”. Negli anni ’70, durante un soggiorno sulla Riviera Romagnola, Lutring rapina una giovane modella Elsa Candida Pasini, in arte Yvonne e per fare breccia nel suo cuore fingerà di averle ritrovato le valigie. I due si innamorano, si sposano e Lutring firmerà molte rapine in suo onore. Il ladro gentiluomo, dopo il periodo di galera francese, torna in Italia e cambia vita, dedicandosi esclusivamente al mondo dell’arte: trascorre le giornate a dipingere Milano e quei paesaggi nel verde delle montagne di Stresa che gli daranno l’ultimo saluto.
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il racconto della prima rapina:
Lutring parla del suo romanzo: “La donna del mistero”:
(Photo Credit/Facebook- Luciano Lutring-Solista del mitra“