Lucignano, diciottenne uccide il padre a fucilate
27/02/2017 di Redazione
Lucignano, piccolo comune in provincia di Arezzo, è stato teatro di un omicidio compiuto da un giovane di 18 anni, Giacomo Ciriello, che ha sparato mortalmente a suo padre Raffaele, un fabbro di 51 anni. Il delitto è avvenuto poco dopo la mezzanotte di domenica 27 febbraio, all’interno dell’abitazione di Raffale Ciriello. Giacomo Ciriello, probabilmente dopo una lite col padre avvenuta nella serata di ieri, ha imbracciato una doppietta da caccia regolarmente posseduta dal genitore, appassionato di caccia, e ha fatto fuoco quando Raffaele Ciriello stava per rientrare in casa dal terrazzo. L’arma era caricata a pallettoni per la caccia al cinghiale. Giacomo Ciriello si è denunciato immediatamente ai carabinieri di Cortoni, raggiunti da una telefonata in cui il 18enne residente nel vicino paese di Monte San Savino si denunciava come autore dell’omicidio di suo padre a Lucignano. Ciriello avrebbe pronunciato una frase ambigua sul fatto che avrebbe dovuto compiere il delitto, prima di rifugiarsi nel silenzio dopo esser stato arrestato. L’omicidio potrebbe essere intenzionale.
LUCIGNANO, LE INDAGINI SULL’OMICIDIO DI RAFFAELE CIRIELLO
Raffaele e Giacomo Ciriello aveva problemi da molto tempo. Il fabbro di Lucignano era separato dalla moglie con cui viveva il figlio Giacomo, e da tempo aveva rapporti conflittuali con la sua famiglia. Solo da un mese Giacomo e Raffaele erano tornati a parlarsi, e il giovane aveva dormito qualche volta presso l’abitazione del genitore. Raffaele Ciriello aveva una relazione con un’altra donna, e una lite sulla vita sentimentale del padre avrebbe potuto scatenare l’ira omicida di Giacomo. Una delle ipotesi su cui stanno indagando i carabinieri di Cortona in merito al delitto di Lucignano.
Foto copertina ANSA/Barbara Perissi