Di Maio strizza l’occhio al centrodestra: «Tante affinità tra noi e i loro elettori»
30/06/2016 di Redazione
È un Luigi Di Maio ancora più moderato del solito, quello che ha rilasciato un’intervista a Giuseppe Marino per Il Giornale in cui si parla di «affinità» tra il Movimento 5 Stelle e gli elettori di centrodestra. «Su immigrati e tasse siamo in sintonia coi moderati», ha spiegato il vicepresidente della Camera, probabile candidato premier M5S in caso di Elezioni Politiche anticipate. I toni da grillino ortodosso sembrano davvero lontani:
Di Maio, riuscirete e mantenere un rapporto con il popolo del centrodestra in futuro?
«Non credo più all’esistenza di elettori di centrodestra e di centrosinistra. Esistono persone che si sentono di centrodestra e centrosinistra e istanze di categorie che prima si riconoscevano in uno schieramento ma che si sentono abbandonate da chi doveva interpretarle».
Alleanze non ne fate, si sa. Ma con la Lega ai ballottaggi avete flirtato.
«Ai ballottaggi si è visto che esiste un popolo deluso dalla Lega che vota per noi mentre non c’è un popolo deluso dal M5S che vota per loro».
Quindi esclude un fronte referendario anti Renzi?
«Noi non vogliamo personalizzare i referendum, ma convincere gli elettori che quella riforma bloccherà il Paese. E poi Renzi spesso non fa ciò che dice, quindi magari perde il referendum e poi rimane».
Sulla Brexit avete fatto un po’ di confusione e votato con Farage contro l’uscita rapida del Regno Unito. Qual è la vostra linea?
«I vertici Ue vogliono una cacciata rapida degli inglesi come ripicca, vogliono colpirne uno per educarne cento. Abbiamo votato con Farage contro questa intimidazione. Perché non dev’esserci un’uscita morbida? L’Italia invece può cambiare l’Ue dal di dentro, mentre l’euro è solo lo strumento di una banca, la Bce, che ci vieta di fare deficit per investimenti. Per uscire dall’euro abbiamo già depositato una proposta di legge e raccogliamo le firme su un referendum».
Possibili temi su cui c’è affinità culturale con l’elettore di centrodestra: il fisco?
«È un problema bipartisan: vivere nel Paese con la pressione fiscale più alta del mondo per responsabilità di entrambe le parti politiche che ci hanno governato. Noi vogliamo abolire l’Irap, tassa immorale, ingiusta e incostituzionale e poi abbiamo finanziato la nascita di 2.100 nuove imprese attraverso tagli agli stipendi dei nostri parlamentari per 17 milioni di euro».
Ma le prove tecniche da premier le fa quando “scarica” i cavalli di battaglia pentastellati. Per i suoi elettori priorità, per lui “approfondimenti”.
Però ci sono temi cari al M5S che spaventano i moderati: la lotta contro i vaccini, le scie chimiche.
«Ma non fanno parte del nostro programma. Un conto sono gli approfondimenti sui forum in Rete, spesso interessanti e fonte di buone idee, un conto è ciò che sta nel programma».
(Foto di copertina: ANSA / CIRO FUSCO)