Tutte le bufale dell’11 settembre
11/09/2013 di Mazzetta
Tra le conseguenze degli attentati del 9/11 c’è stata anche la proliferazione di versioni “complottiste” dell’attentato, opposte alla versione “ufficiale” della storia.
UNA PRODUZIONE IMPRESSIONANTE – Forse un giorno qualcuno proverà a immergersi e sistematizzare con criterio l’enorme mole di storie messe insieme dai portabandiera delle versioni alternative della storia del 9/11, anche se quello che dovrà affrontare sarà una quantità impressionante di storie e fantasie tale da togliere la voglia a chi non sia davvero molto determinato.
TUTTO TRANNE LA LOGICA – L’aspetto più evidente e unificante di tutti questi lavori è che sono tutti invariabilmente orientati ad affermare che si trattò di un auto-attentato, trascurando del tutto l’ipotesi intermedia tra questa e la verità “ufficiale”. Versione che tutti questi autori dicono irrealistica, falsata e funzionale a nascondere le vere intenzioni dell’amministrazione Bush, uno dei complotti più atroci della storia al fine di scatenare le guerre che poi gli americani hanno portato in Afghanistan e Iraq. Resta un mistero, ma nessuno tra i fantasiosi che si sono cimentati sul tema ha mai ammesso anche solo l’idea che la stessa, e ugualmente malvagia amministrazione, possa aver saputo e aver lasciato fare; ipotesi che per quanto ugualmente indimostrata, appariva molto più praticabile. Con l’ipotesi dell’autoattentato ci sono inoltre due questioni che non quadrano per niente, la prima è quella per la quale di un tale piano occorreva informare moltissime persone perché fosse possibile concretizzarlo e quindi addio a qualsiasi speranza di segretezza. Secondariamente, se l’attentato serviva per invadere l’Iraq, non si capisce perché le autorità traditrici non avrebbero dovuto fare il piccolo sforzo d’includere qualche iracheno nel complotto. Bastava procurarsi qualche cadavere e buttarlo in mezzo e invece tra gli attentatori c’erano soprattutto sauditi e pachistani, contro i quali non c’è stata alcuna rappresaglia.
UN GRAN CARNEVALE – Dettagli, perché quella che si è vista dispiegare dopo il 9/11 è stata una vera e propria eruzione d’indagini a tema, nelle quali si partiva dall’ipotesi dell’autoattentato e tra una bufala e qualche spruzzata retorica si cercava di arrivare a puntellarla in qualsiasi modo. Antesignano del genere è stato il francese Thierry Myessan, che con il libro L’Effroyable Imposture e suo sito, Réseau Voltaire, è stato la vera punta di lancia di quello che a un certo punto si autodefinì il movimento per la verità sul 9/11.
IL PILASTRO – Poco importa che le tesi e le rivelazioni di Meyssan si siano subito rivelate esercizi di fantasia, se non falsi atroci come la storia per la quale il Pentagono sarebbe stato colpito da un missile, l’aereo che si è detto che si era schiantato lì fatto sparire e i passeggeri uccisi altrove. E non importa che nemmeno molte altre delle storia che sono state buttate nel calderone complottista siano state smentite e ridicolizzate, come quella della mancata presenza di ebrei nelle torri cadute, perchè sarebbero stati avvertiti. Centinaia di ebrei di New York che invece sono periti realmente nell’attentato, secondo certe fantasie sarebbero stati avvertiti per tempo e ovviamente non avrebbero poi fatto parola con alcuno di questo avvertimento, non prima e neppure dopo. Meyssan lo ritroveremo poi nel bel mezzo della guerra libica, in un video-messaggio dall’hotel Rixos di Tripoli diceva di essere stato minacciato da altri giornalisti presenti, che gli avrebbero detto che lo avrebbero fatto uccidere dalle forze NATO. Più interessante la sua “verità” su Tripoli, che secondo lui, unico che raccontava la verità oltre la propaganda americana, era saldamente nella mani di Gheddafi nonostante le televisioni di tutto il mondo mostrassero da ore gente che ne festeggiava la conquista nell’ormai ex piazza Verde. Terribile figuraccia, consumata in compagnia delle tristissime gheddafine e pochi altri, ma che comunque non l’ha demoralizzato.