Usa, Gran Bretagna e Sud America: i disastri del maltempo di fine anno

28/12/2015 di Redazione

Un fine anno terribile a causa del maltempo. È quello vissuto in diverse aree del pianeta ed in particolare nel sud degli Stati Uniti, in Inghilterra e in Sud America, dove le piogge abbondanti (e i tornado) hanno causato danni ingenti ed anche la perdita di vite.

USA, ALMENO 43 MORTI DOPO I TORNADO

Negli Usa centro-meridionali il bilancio delle vittime dei tornado è salito oggi a 43 morti. La tempesta è cominciata il 24 dicembre ed ha coinvolto diversi stati. Nelle ultime ore si sono aggiunte due vittime alle 11 già registrate in Illinois e in Missouri. Ieri in Alabama era stato ritrovato il corpo senza vita di un uomo disperso. È di 11 morti il bilancio a Dallas. Danni ingenti sono stati registrati soprattutto negli stati meridionali, come Mississippi, Tennessee, Arkansas e Alabama. Ma l’allerta meteo è in vigore anche negli stati centrali. Si temono le tempeste di neve in New Mexico, Texas, Oklahma e Kansas e inondazioni dal Texas all’Indiana. Complessivamente l’ondata di maltempo ha costretto alla cancellazione di 1.300 voli solo nella giornata di domenica, la metà a Dallas, uno dei principali crocevia aeroportuali degli Usa.

 

 

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GB, MIGLIAIA DI EVACUATI NEL NORD INGHILTERRA

Per quanto riguarda invece la Gran Bretagna, il nord dell’Inghilterra è stato colpito da inondazioni senza precedenti. Sono migliaia le abitazioni sommerse dall’acqua. Nella città di York, a causa delle piogge abbondanti degli ultimi giorni, sono stati evacuati dall’esercito e da altri soccorritori circa 4mila residenti. A rompere gli argini sono stati i fiumi Ouse e Foss. Nella città sono state chiuse una ventina di strade. I tecnici intanto stanno lavorando per ripristinare la corrente elettrica in oltre 7.500 case nella Greater Manchester e nel Lancashire. Il premier David Cameron ha convocato una riunione d’emergenza del gabinetto per supervisionare gli aiuti alle zone colpite dalle inondazioni e ha promesso l’invio di altri soldati.

SUD AMERICA, OLTRE 160MILA SFOLLATI PER LE INONDAZIONI

Più grave la situazione in Sud America, dove oltre 160mila persone hanno dovuto abbandonare le proprie case a causa di piogge, inondazioni e venti causati da El niño (fenomeno climatico che si verifica mediamente ogni 5 anni nel Pacifico centrale nei mesi di dicembre e gennaio). El Niño ha colpito in particolare la zona di confine tra Paraguay, Uruguay, Brasile e Argentina. A causa dei cambiamenti climatici in corso, il ciclone è stato il più potente e devastante degli ultimi 15 anni. Il governo del Paraguay è stato costretto a dichiarare lo stato di emergenza nell’area di Asuncion e in altre sette regioni del paese, dove numerose persone sono state uccise da alberi caduti o da altri oggetti portati via dal vento. In Uruguay gli sfollati a causa delle inondazioni, stando a quanto riferito dal Sinae, Sistema di Emergenza Nazionale, hanno superato le 11mila unità. Con le piogge abbondanti si era verificata la crescita incontrollata del fiume Uruguay, ed in particolare del suo affluente Cuareim, che bagna la città di Artigas. Gli sfollati hanno trovato riparo in rifugi sotterranei sotto il coordinamento dei servizi di emergenza. Altri sono stati ospitati in case private. Tutti coloro che hanno abbandonato le proprie abitazioni potranno tornare nelle case solo quando il livello dell’acqua si sarà riabbassato e dopo la pulizia e la disinfezone delle zone colpite. Lo straripamento delle fognature e la presenza di parassiti rappresentano fattori di rischio aggiuntivi per la salute della popolazione. Le vittime de El Niño sono almeno 6.

(Foto di copertina: Christopher Furlong / Getty Images)

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