L’appello a Gentiloni perché il Macron italiano possa candidarsi | VIDEO

I Radicali sono scesi in piazza, sabato 25 novembre, per chiedere a Paolo Gentiloni un decreto legge sulla raccolta firme necessarie a candidarsi alle elezioni o a promuovere referendum. Il regolamento attuale rappresenta «uno scandalo democratico», ha detto Marco Gentili, co-presidente dell’Associazione Coscioni affetto da SLA 2. Attraverso il suo sintetizzatore vocale, davanti a Palazzo Chigi, ha spiegato quali siano gli ostacoli che limitano l’esercizio del diritto di elettorato passivo, previsto dalla Costituzione italiana.

Il problema, in particolare, è il regolamento sulla raccolta firme: «Solo i partiti presenti in Parlamento – argomenta Marco Gentili – hanno a disposizione gratuita un esercito di amministratori locali pronti ad autenticare le sottoscrizioni. Con queste regole, Macron in Italia non avrebbe nemmeno potuto candidarsi, visto che per raccogliere le firme servono le autentiche degli amministratori locali dei partiti concorrenti». Il co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni conduce questa battaglia insieme a Mario Staderini, praticando davanti al Quirinale ogni sabato dal 13 maggio scorso il Duran Adam, una forma di espressione non violenta nata in Turchia dopo i fatti di piazza Taksim, consistente nel rimanere letteralmente in piedi in attesa di una risposta dalle istituzioni.

RADICALI A GENTILONI: «SERVE UN DECRETO LEGGE SU ACCESSO A ELEZIONI E REFERENDUM»

Insieme a Marco Gentili e a Mario Staderini c’erano una ventina di dirigenti e militanti Radicali, che hanno consegnato al presidente del Consiglio una lettera individuale, in cui si legge che «sino a quando l’autentica delle firme sarà – di fatto – in mano ai consiglieri comunali e agli amministratori locali che per loro natura sono in palese conflitto di interesse, o a dipendenti dello Stato che dovrebbero essere pagati “a cottimo” laddove si rendano disponibili ad autenticare fuori dai loro orari di lavoro, i diritti costituzionali non saranno garantiti».

La richiesta fatta da Marco Gentili e dagli altri esponenti Radicali a Paolo Gentiloni è chiara: approvare un decreto legge che dimezzi il numero di firme necessarie per la presentazione di una lista alle prossime elezioni politiche, che affidi ai cittadini l’attestazione di veridicità delle sottoscrizioni e che implementi un sistema di sottoscrizione telematica. «La rimozione degli ostacoli alla raccolta firme stessa, anche attraverso il superamento dell’anacronistico principio dell’autenticazione delle firme da parte di pubblico ufficiale (caso unico al mondo e intrinsecamente criminogeno, come dimostrato dai numerosi casi di falsi avvenuti negli ultimi anni), rappresenta la soluzione di sistema che permetterebbe una volta per tutte di ripristinare la legalità costituzionale sia per le elezioni che per i referendum e leggi di iniziativa popolare, a livello nazionale come a livello locale».

C’è di più: Marco Gentili, nel suo discorso davanti a Palazzo Chigi, ha aggiunto che il regolamento sulla raccolta firme sarebbe alla base del mancato rinnovamento dell’offerta politica in Italia. «Se è la stessa da  venti anni – ha detto – con l’astensione che cresce senza mai trovare un’alternativa per tornare al voto, la causa è nelle barriere che chi sta al potere pone all’accesso degli outsider».

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