Matteo Renzi e la battuta sui vitalizi (che non esistono più)
01/02/2017 di Stefania Carboni

Ieri il segretario del Partito democratico Matteo Renzi, con un messaggio sms al programma “DiMartedì” su La7, ha precisato la sua posizione sulle elezioni: «Per me votare nel 2017 o nel 2018 è lo stesso, l’unica cosa da evitare è che scattino i vitalizi, perché sarebbe ingiusto per i cittadini e sarebbe assurdo».
LEGGI ANCHE: Dal vitalizio alla pensione: cosa c’è da sapere sui soldi ai parlamentari a fine mandato
MATTEO RENZI E I VITALIZI ABOLITI DA MARIO MONTI
Ma i vitalizi non erano stati aboliti? Dal 2011 o meglio a partire dal primo gennaio 2012 il parlamento ha introdotto per deputati e senatori un trattamento previdenziale basato sul calcolo contributivo. Si tratta di una pensione non di un vitalizio. La somma scatta solo se il parlamentare ha fatto almeno 5 anni di mandato e quando l’eletto ha compiuto 65 anni. Si può scendere fino a 60 anni, scendendo di un anno per ogni anno di mandato fatto in più oltre i 5. Curioso che in studio né Floris e nemmeno Travaglio abbiano ricordato all’ex presidente del Consiglio che fine abbiano fatto i vitalizi in Italia.
A ricordare però come non esistano è anche gente del Partito Democratico stesso. Un esempio? Anna Ascani.
«Cancelliamo tutto domani – spiega Ascani – (lo deve fare l’ufficio di presidenza, lo faccia), ma liberiamo il dibattito pubblico da questa str*****. La politica non può essere questo.
La politica non è questo. Su questo campo qui vince Grillo. Anzi no, se ci abbassiamo a giocare su questo campo qui Grillo ha già vinto».