Ma se Salvini vince le elezioni ci può portare fuori dall’Europa?
06/07/2016 di Andrea Mollica
Matteo Salvini ha dichiarato che in caso di vittoria alle prossime elezioni politiche un governo con lui protagonista l’Italia uscirà dall’euro. L’addio alla moneta unica non è previsto dai Trattati dell’Unione europea, ma potrebbe essere perseguito come nel recente passato si era ipotizzato per la Grecia. L’addio all’UE invece è giuridicamente possibile, anche se come si nota con la Brexit il procedimento è complesso.
MATTEO SALVINI E L’ITALIA FUORI DALL’EURO
L’addio all’euro è stata una della svolte impresse da Matteo Salvini alla Lega Nord. Il leader del Carroccio è stato più volte oscillante sul punto, ma dopo la flessione alle comunali 2016 Salvini è tornato a insistere sul no euro anche in ragione del nuovo corso del Movimento 5 Stelle. A differenza del M5S però Salvini non chiede un referendum sull’euro, ma una sorta di uscita notturna in segreto, immaginabile di venerdì, a mercati chiusi, per ridare corso legale alla lira.
Per uscire dall’euro non serve un referendum, la finanza ci massacrerebbe. Serve un blitz veloce, dalla sera alla mattina. Della necessità di uscire dall’Euro “abbiamo iniziato a sostenerlo sei mesi fa. Io vado oltre. Non serve un referendum perché sarebbe un massacro per l’economia. Io dico che, se la Lega va al governo, noi usciamo. Altrimenti se fai tre mesi di campagna sul referendum sull’euro, c’è gente come Soros che ti massacra
L’uscita dall’unione economica e monetaria non è previsto dai Trattati europei. Il comma dell’articolo 140 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea esplicita che il Consiglio ne fissi irrevocabilmente il tasso di cambio rispetto alla moneta nazionale precedentemente adottata.
3. Se si decide, conformemente alla procedura di cui al paragrafo 2, di abolire una deroga, il Consiglio, deliberando all’unanimità degli Stati membri la cui moneta è l’euro e dello Stato membro in questione, su proposta della Commissione e previa consultazione della Banca centrale europea, fissa irrevocabilmente il tasso al quale l’euro subentra alla moneta dello Stato membro in questione e prende le altre misure necessarie per l’introduzione dell’euro come moneta unica nello Stato membro interessato.
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L’EURO IRREVOCABILE
Al momento non c’è una interpretazione univoca sull’irrevocabilità sancita dal Tfue. Il combinato disposto con l’assenza di un articolo specifico all’uscita dalla moneta comune fa ritenere come sia preferibile l’interpretazione dell’irrevocabilità dell’euro, e non solo del tasso di cambio riferito al rapporto con la valuta nazionale precedente. Il Tfue è un trattato internazionale: il diritto internazionale consente a uno Stato contraente di abbandonare un’organizzazione internazionale come l’UE oppure non rispettare una sua norma nel caso in cui le altre parti riconoscano il diritto a farlo, e nel momento in cui le condizioni sono così cambiate da mutare gli obblighi del contraente. Durante la crisi del debito sovrano in Grecia più volte sono stati elaborati piani per uscire dall’euro: anche questo caso potrebbe esser citato per esercitare il diritto di addio alla moneta unica.
L’USCITA DALL’UNIONE EUROPEA
Il Trattato sull’Unione europea, nell’ultima versione conosciuta come Trattato di Lisbona, consente a un Paese membro di abbandonare l’UE. L’articolo 50 del trattato sull’Unione europea prevede un meccanismo di recesso volontario e unilaterale di un paese dall’Unione europea. I trattati cessano di essere applicabili al paese interessato a decorrere dalla data di entrata in vigore dell’accordo di recesso o due anni dopo la notifica del recesso. Il Consiglio può decidere di prolungare tale termine. L’ampio arco temporale è garantito per consentire le trattative volte a trovare un accordo tra il Paese che esce e le istituzioni comunitarie. Un Paese può uscire dall’UE se l’intesa è approvata da Consiglio e Parlamento dell’Unione europea. La procedura è particolarmente complessa per l’adeguamento delle norme del Paese che intende uscire, così come per