Mauro Amendolia e quel suo regalo di laurea per sua figlia Gemma
22/04/2017 di Redazione
Era il suo regalo di laurea. Una corsa con papà per festeggiare la laurea in architettura, quando avvolta dagli applausi dei parenti il più commosso era papà Mauro, il pilota che aveva arruolato tutta la famiglia nella Messina Racing Team. Mauro e Gemma Amendolia, 52 e 26 anni, padre e figlia, non sono riusciti a festeggiare. La Mini Cooper sulla quale si trovavano è schizzata fuori dal percorso della mitica Targa Florio. Sono finiti su uno dei commissari di gara, Giuseppe Laganà, 56 anni, morto sul colpo. Come Amendolia, che si trovava alla guida della stessa macchina da cui hanno estratto con difficoltà Gemma, ora in rianimazione e coma farmacologico.
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CHI ERA MAURO AMENDOLIA E LA STORIA DELLA SUA FAMIGLIA
Racconta il Corriere della Sera:
Adesso, bloccata per lutto la gara, la parola passa al procuratore di Termini Imerese Alfredo Morvillo che, con il pm Paolo Napolitano, ha acquisito registrazioni audio e video della camera car di bordo. Un gioiello di cui andava fiera Gemma a questa gara approdata come regalo di laurea. Appunto, da primo pilota, al volante. Con il padre pronto a retrocedere come navigatore. Premio per il sogno coronato il mese scorso a Reggio Calabria, la laurea in architettura, quando avvolta dagli applausi dei parenti accorsi da Messina il più commosso era papà Mauro, il pilota che aveva arruolato tutta la famiglia nella sua scuderia, la Messina Racing Team. Deciso a cedere il posto di guida sul gioiello della squadra, la BMW Mini Cooper.
Lo stesso piccolo bolide che ieri è schizzato ingovernabile come una freccia sul selciato mentre al volante era tornato lui, Mauro Amendolia, 53 anni, preoccupato dalla giornataccia, dall’asfalto bagnato. D’intesa con Gemma, inquieta per il maltempo e per questo tornata al ruolo di navigatrice. Anche se nelle prove dei giorni precedenti aveva guidato lei. Con buoni risultati. Soddisfazioni condivise a sera con la sorella Valentina, 23 anni, e con la madre, Rosaria Villari, anche lei in passato pilota, contagiata dal marito che l’aveva voluta come presidente del team e che ha seguito tutti in questi giorni, dalle prove alla tragedia.
Adesso gli amici di Messina si attaccano al telefono cercandola mentre corre da un ospedale all’altro, da Petralia a Palermo, angosciata per la sua architetta in coma, disperata per il marito che non tornerà più nell’«ufficio sinistri» a due passi da piazza Cairoli, a Messina, dove per ironia del destino ha passato la sua esistenza fra gli incidenti stradali, come perito assicurativo. E per questo chiamato ieri mattina, prima della corsa, da Antonello Sottile, il titolare della «Moto Service», la ditta con officina sulla Panoramica dello Stretto con cui lavorava di più. «Ci sono un bel po’ di perizie da fare. Ci vediamo lunedì. Ma tu e Gemma tornate vincitori a Messina? Come va?». E Amendolia: «Macchina perfetta, prove ok, ma il tempo s’è guastato».
(FOTO: ANSA/FACEBOOK)