Media israeliani: Netanyahu sotto inchiesta
29/12/2016 di Lucia Guarano
Benyamin Netanyahu indagato per corruzione e frode. E’ quanto riportato dalla tv israeliana Channel 10, secondo cui il procuratore generale Avichai Mandelblit ha aperto un’inchiesta a carico del premier. Il Times of Israel è andato oltre, dicendo che le ipotesi di reato contestate sono frode e corruzione e che Netanyahu sarà interrogato nei prossimi giorni. Al momento un secco no comment alla notizia è arrivato, sia dal primo ministro, che dal ministero della giustizia. Nel mese di novembre i media israeliani avevano pubblicato la notizia di uno scandalo che vede coinvolto l’avvocato David Shimron, uno dei più stretti collaboratori del premier. Netanyahu aveva negato ogni coinvolgimento.
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KERRY: SOLUZIONE DEI DUE STATI IN PERICOLO
L’apertura dell’indagine arriva all’indomani del duro intervento del segretario di Stato americano, John Kerry, che ha difeso l’astensione degli Stati Uniti al voto Onu contro le colonie ebraiche in Cisgiordania. “L’agenda dei coloni è quella che sta definendo il futuro di Israele”, ha affermato Kerry, sottolineando come “la coalizione guidata dal premier israeliano Benyamin Netanyahu sia “la più a destra della storia israeliana, con un’agenda definita dagli elementi più estremisti”. Il capo della diplomazia Usa ha poi detto che “la soluzione di due stati è in pericolo” aggiungendo che “nonostante la contrarietà della maggioranza dell’opinione pubblica, lo status quo punta a uno stato, a una perpetua occupazione.” Netanyahu non ha nascosto il suo disappunto, parlando di un discorso “deludente e prevenuto verso Israele”. Il premier israeliano ha anche aggiunto di essere “impaziente di lavorare con Trump.”
GENTILONI: INSEDIAMENTI NON FAVORISCONO SOLUZIONE DEI 2 STATI
Sulla questione è intervenuto anche il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nella tradizionale conferemza stampa di fine anno. “L’Italia ritiene che la soluzione dei 2 stati – Israele e Palestina che coesistono in reciproca sicurezza – sia quella da perseguire. Ritiene che gli insediamenti non favoriscano la soluzione dei due stati e che una strategia basata sull’idea che l’isolamento diplomatico di Israele sia strumento di pressione per portarlo al tavolo delle trattative sia un’illusione”.
(in copertina foto EPA/DAN BALILTY / POOL)