“Michela Brambilla? Un mostro, una mig….a come poche!”
22/06/2011 di Dario Ferri
Le telefonate di Bisignani su Feltri, la ministra, la Santanché e tanti altri
Luigi Bisignani i giudizi non se li risparmiava. E spesso diceva quello che pensa anche in modo crudo. Questo è quanto si può, al minimo, dire leggendo le intercettazioni pubblicate oggi da Repubblica nelle quali il faccendiere discute di tutti i maggiori personaggi che ruotano intorno alla politica italiana. Cominciamo da Michela Vittoria Brambilla:
Bisignani parla con suo figlio, Renato, che ha passato la giornata all’autodromo per il Gran Premio di Monza. È il 12 settembre 2010. Bisignani jr racconta di essersi presentato alla Gelmini come «il figlio di Luigi». Il ministro dell’Istruzione, «carina», si è subito interessata, Renato riporta le sue parole: «Peccato che suo padre non me l’ha detto, se l’avessi saputo mi sarei preso io cura di lei, le avrei fatto fare un giro». Bisignani jr continua: c’era «il figlio di Ignazio (probabilmente la Russa) non mi sono azzardato a salutarlo perché non mi piace per niente». Il padre chiede: «E invece Ignazio non c’era? ». Renato risponde di no e prosegue con il gossip: «La conosci la ministra rossa, quella del turismo?». Bisignani senior: «No, è una stronza, brutta, un mostro, mignotta come poche, la più mignotta di tutte». Niente a che vedere con la Gelmini, secondo il figlio: «Invece Stella, devo dire, veramente carina». Il faccendiere concorda: «Mi ha mandato il messaggio prima di te, pensa. Subito me l’ha mandato!».
C’è spazio anche per Daniela Santanché:
»Ti ricordi per caso il nome del prof di storia che faceva lezione a Daniela appena eletta deputata?». I finanzieri ci hanno messo poco a capire che la Daniela dell’sms ricevuto da Bisignani il 6 agosto scorso era l’on. Santanchè. Il sottosegretario Pdl è infatti un personaggio fisso del sistema Bisignani. Per questo torna spesso nelle intercettazioni. Specialmente in quelle con Briatore, amico sia di “Gigi” sia di Daniela. Il 18 agosto, dopo aver definito l’Italia «un paese senza timoniere», Briatore dice: «Guarda io la conosco da 30 anni, lei anche se fa una roba per te, la fa in funzione che te un giorno fai il doppio per lei (…) Quello che mi fa strano è che il presidente l’ha messa lì». Ciò che colpisce gli inquirenti è la capacità “informativa” di Bisignani: «Te la racconto io quella storia lì… E tutto il casino che è stato fatto perché lei andasse lì». La telefonata ha un finale sentimentale, Briatore: «Adesso con Sallusti è ufficiale, la roba». Bisignani sempre informatissimo: «Che poi lì si incazza Feltri come una pantera di sta cosa».
Poi ci sono i giudizi sui progetti politici di Feltri:
Con “il Giornale”, Bisignani ha un rapporto altalenante. Nel pieno della campagna su Fini e la casa di Montecarlo, di cui non gradisce la virulenza e teme gli esiti politici, dice: «Ne abbiamo due o tre da zittire». E il 9 agosto 2010, del “Giornale” e del suo direttore in quei giorni, Vittorio Feltri (tornerà a “Libero” due mesi dopo), discute con Enrico Cisnetto, editorialista del quotidiano. «Lui ha in testa di candidarsi in politica appena Berlusconi schioda», dice Cisnetto. «Secondo me – aggiunge – alcuni passaggi che lui (Feltri ndr.) fa sono pienamente finalizzati a creare problemi a Berlusconi, perché poi, quando si è messo a tavola a parlare di Berlusconi, ne parlava talmente male… Se avessi avuto un registratore, mandavo la cassetta al Cavaliere. Sarebbe svenuto. Cosa non ha detto».