Migranti, il bluff degli Stati europei in 6 punti

11/01/2016 di Redazione

Migranti Europa

, gli Stati europei finora non hanno rispettato pressoché nessun punto delle intese raggiungere per contenere la crisi dei richiedenti asilo. I programmi di ricollocazione dei migranti così come gli hotspot proposti dalla Commissione hanno dato esiti molto deludenti, e vista la profonda divisione tra Stati Membri su come gestire il fenomeno in Europa è prevalsa una linea nazionalista in cui i governi hanno preferito i muri alla collaborazione.

IMMIGRATI IN EUROPA 2015

Il quotidiano tedesco Die Welt ha elaborato una analisi in 6 punti per rimarcare come gli accordi raggiunti tra Stati UE sulla crisi dei migranti siano stati boicottati dai governi.

  • 1. Ricollocazione dei migranti. A fronte di oltre un milione e mezzo di transiti di migranti attraverso i confini europei nel 2015, la Commissione UE ha proposto una ricollocazione volontaria di 160 mila migranti da Siria, Eritrea e Irak al momento accolti in Grecia, Italia e Ungheria. Gli Stati UE hanno accettato questa proposta, ma non l’hanno praticamente implementata. Finora sono stati ricollocati solo 272 migranti da Grecia e Italia. La Finlandia è il Paese che ne ha accolti di più: 111. Manca semplicemente la volontà politica di rispettare quest’accordo: Germania, Austria e Svezia hanno dato accoglienza a troppi migranti nel 2015 per ospitarne altri, mentre negli altri Paesi, in particolare quelli dell’Est Europa, i governi erigono muri, in senso anche letterale, per non ospitare più altri stranieri.
  • 2. La Turchia. Attraverso un piano d’azione in merito ai migranti l’UE ha firmato un accordo con la Turchia per garantire al governo di Ankara 3 miliardi di finanziamenti così come la libertà di circolare senza visto nell’UE per i suoi cittadini per fermare il flusso dei migranti. Questa strategia appare particolarmente rischiosa: gli Stati UE sono divisi su come ripartire i finanziamenti alla Turchia, e Erdogan è un partner particolarmente affidabile, che sembra davvero poco interessato a controllare i suoi confini. La crisi dei migranti è esplosa in estate per la scelta turca di non fermare i migranti, in particolare siriani, diretti verso la Grecia e da lì verso il Nord Europa.
  • 3. Hotspot. Per garantire l’implementazione del piano di ricollocazione dei migranti l’UE ha chiesto agli Stati di prima accoglienza, Italia, Grecia e Ungheria di realizzare centri di identificazione e registrazione dei futuri richiedenti asilo. Il piano indicava la costruzione di 11 hotspot entro il 2015, ma solo 2 sono stati fatti, a Lampedusa e Lesbo. L’Ungheria si rifiuta di rispettare l’accordo, mentre in Italia e Grecia mancano personale e soldi per farlo. Secondo la Commissione UE tra luglio e novembre 2015 sono stati registrati solo 121325 dei quasi 500 mila migranti arrivati, in Italia 29176 su 65050.
  • 4. Espulsioni. In Europa è stato implementato solo il 39% delle espulsioni previste. Nonostante i nuovi accordi di collaborazione in questo ambito gli Stati sono riusciti a fare molto poco ,tanto che da settembre solo 660 persone sono state rimpatriate sui voli comuni operati da Frontex.
  • 5. Difesa dei confini UE. I confini esterni dell’Europa sono facilmente attraversabili dalle persone, perché manca il personale per controllarli. Anche per questo gli Stati UE hanno sospeso la libera circolazione di Schengen, vista l’incapacità di fermare chi arriva attraverso le frontiere dell’Unione Europa lunghe 14 mila chilometri. Frontex ha proposto di rafforzare il suo personale con nuove 1500 risorse
  • 6. Africa e Siria. L’UE ha promesso di creare fondi per Africa e la Siria al fine di fermare la pressione migratoria proveniente da questi Paesi. Le somme da stanziare si aggirano sui 5 miliardi, ma finora solo la Commissione ha erogato i fondi stabiliti. Gli Stati UE hanno versato solo 130 milioni di euro, così impedendo il funzionamento dei veicoli finanziari.

Photo credit: Dan Kitwood/Getty Images

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