È morta l’insegnante ricoverata a Milano per la meningite
09/02/2017 di Redazione
Alla fine non ce l’ha fatta. È morta alle 12.50 di oggi l’insegnante di 54 anni ricoverata da ieri in gravi condizioni all’Ospedale San Paolo di Milano per una grave forma di meningite da meningococco (l’infezione era degenerata in sepsi). Accanto alla donna erano presenti il marito e i figli. La struttura sanitaria (Azienda Socio-Sanitaria Territoriale Santi Paolo e Carlo) si dice vicina ai familiari dell’insegnante e ha messo a disposizione un supporto psicologico.
INSEGNANTE MORTA DI MENINGITE A MILANO
La donna insegnava all’istituto superiore ‘Curie Sraffa’ di via Fratelli Zoia 130, nella zona ovest di Milano. Il trasporto all’ospedale San Paolo è avvenuto verso le 12.45 di ieri. L’insegnante era stata ricoverata in condizioni molto gravi nel reparto di rianimazione con uno «choc settico in sepsi meningococcica», ovvero una infezione da meningococco che aveva attaccato organi vitali.
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NESSUNA EMERGENZA MENINGITE O EPIDEMIA
Dopo la morte dell’insegnante ricoverata per la meningite l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera ha fatto sapere: «Non abbiamo ancora notizia del ceppo di meningococco che ha causato la morte dell’insegnante milanese gli esami sono ancora incorso». «Confermo – ha continuato – che la profilassi per le persone venute a contatto con la donna purtroppo deceduta è già stata avviata e che verrà fatta ad ampio spettro. Siamo in attesa dei riscontro degli esperti per procedere di conseguenza a un eventuale ampliamento dei contatti da sottoporre a profilassi. Assicuro alle famiglie degli studenti che metteremo in campo tutte le azioni necessarie per garantire l’incolumità dei ragazzi». «Mi preme ribadire ancora una volta – ha aggiunto ancora l’assessore Gallera – che il sistema di sorveglianza regionale delle malattie infettive permette di identificare e controllare efficacemente lo sviluppo delle malattie infettive. E che per quanto riguarda il Meningococco, non vi è alcuna emergenza o epidemia».
(Foto di copertina da archivio Ansa)