Ncd, la fine del partito di Angelino Alfano

02/03/2017 di Andrea Mollica

Nuovo centrodestra si scioglie il 18 marzo. Lo ha annunciato Angelino Alfano, ministro degli Esteri e leader della formazione nata dalla scissione del Popolo della Libertà. Nel novembre 2013 un corposo gruppo parlamentare, legato all’anima cattolica e moderata del Pdl di Berlusconi, si era opposto al ritorno di Forza Italia, e alla rottura col Governo Letta. Angelino Alfano, vicepresidente del Consiglio, aveva abbandonato il Pdl/Forza Italia insieme a diversi ministri dell’esecutivo, come Maurizio Lupi, Beatrice Lorenzin o Nunzia De Girolamo, e numerosi deputati e senatori. Tra i parlamentari più noti che avevano fondato Nuovo centrodestra c’erano l’ex presidente della Lombardia Roberto Formigoni, l’ex ministro Maurizio Sacconi e l’ex capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto. L’esordio della formazione politica avviene alle elezioni europee del 2014, quando si presenta con una lista comune con l’Unione di centro. Il risultato è piuttosto deludente, visto che Ncd e Udc insieme ottengono il 4,38%. La soglia di sbarramento per ottenere seggi al Parlamento europeo è superata, ma le aspettative di creazione di un nuovo spazio politico tra PD e Forza Italia sono ancora una volta disilluse. Allo stesso modo vanno piuttosto male le comunali svolte in contemporanea alle europee, come sono piuttosto deludenti i risultati delle regionali di Abruzzo e Piemonte, dove Ncd corre sempre con Udc. Risultato migliore arriva invece alle regionali in Calabria, dove la corsa solitaria di Ndc e Udc porta a ottenere una percentuale vicina alla doppia cifra. Sulla scia di questo risultato si formano i gruppi unitari di Area popolare in Parlamento. La collaborazione tra Ncd e Udc produce risultati deludenti però anche alle regionali del 2015, quando le liste popolari corrono in coalizioni centriste oppure in appoggio al centrodestra. Il tentativo di Renzi di schierare Ncd col PD viene respinto a livello locale, anche se alcuni esponenti di quell’area politica trovano spazio nelle liste civiche dei presidenti. Ncd con l’Udc però ottiene sempre percentuali basse, oscillanti intorno al 2 e il 3%, dato confermato anche alle comunali 2016, che interessano le maggiori città italiane. Dalla formazione di Alfano escono diversi esponenti importanti, come il capogruppo al Senato Renato Schifani, che torna in Forza Italia. Ncd rompe con l’Udc sul referendum: Alfano e i ministri del Governo Renzi si schierano per il Sì, mentre la formazione di Lorenza Cesa decide di votare contro la riforma costituzionale. Nuovo centrodestra finirà il 18 marzo 2017, dopo una vita, sostanzialmente solo parlamentare, durata poco più di tre anni. Matteo Salvini ha preso in giro lo scioglimento del partito di Angelino Alfano, da lui costantemente criticato per l’appoggio al Governo Renzi.

Foto copertina: ANSA/CLAUDIO PERI

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