Nei guai per un preservativo scaduto
30/11/2011 di Dario Ferri
Un tabaccaio di Cagliari e la sua storia
Vendeva preservativi scaduti da dieci anni. Per questa ragione un tabaccaio sardo è stato indagato dalla Procura e rischia di essere condannato per truffa e per la violazione di alcune norme del Codice del commercio. L’episodio risale al marzo 2006, ma è emerso solo nei giorni scorsi dopo che il sostituto procuratore Gilberto Ganassi ha chiuso, con un rinvio a giudizio, l’inchiesta ai danni del commerciante.
LA STORIA – Tutto è partito dalla segnalazione di una donna che si era recata dal tabaccaio per comprare una confezione di contraccettivi. Uscita dal negozio, situato a Cagliari, in pieno centro, la signora si accorse che le era stato venduto un prodotto scaduto da circa un decennio e quindi potenzialmente dannoso per la salute. A quel punto decise di sporgere querela per truffa nei confronti del commerciante. Oggi la donna, a distanza di cinque anni dall’episodio, a conclusione delle indagini, è stata individuata come parte lesa e potrà costituirsi parte civile in caso di processo.
600 CONTRACCETTIVI SCADUTI. DAL ’96 – A racconta la storia oggi è Francesco Pinna, su L’Unione Sarda:
A presentare la querela era stata una donna (33 anni, quartese) che aveva acquistato alcune scatole di preservativi nella tabaccheria di fiducia, in pieno centro. Ma una volta uscita dal negozio, la cliente avrebbe scoperto che le confezioni dei contraccettivi erano ormai datate e non più utilizzabili. È stato sufficiente controllare la data della scadenza per capire che i profilattici che aveva acquistato avevano ormai superato di molti anni la data di sicurezza, stampata in calce nella confezione e anche nei singoli contraccettivi. A questo punto, ritenendo di essere stata truffata, la giovane donna ha formalizzato la querela in Questura e il tabaccaio è finito iscritto nel registro degli indagati. Agli atti dell’inchiesta risulta anche una perquisizione effettuata dagli agenti della Squadra volanti della Questura che, dopo la segnalazione della giovane donna, avrebbero organizzato un blitz nel negozio trovando e sequestrando circa seicento pezzi, alcuni dei quali scaduti già dal lontano 1996. Difeso dallo studio dell’avvocato Luigi Concas, il commerciante dovrà ora difendersi anche dall’accusa di vendita di sostanze pericolose per la salute.
LA DIFESA – Per scagionare il loro assistito i legali del tabaccaio proveranno a dimostrare che, nonostante fossero scaduti, i preservativi si trovavano in buono stato di conservazione. Racconta ancora L’Unione Sarda:
Tutti i preservativi in commercio, infatti, devono rispondere ad alcuni requisiti precisi di qualità, previsti dalla normativa europea che li ha classificati come “Dispositivi medici” con la Direttiva 93/42. Le confezioni in commercio nei Paesi comunitari hanno di norma la scadenza entro i cinque anni dalla produzione e devono essere accompagnati dal foglietto illustrativo obbligatorio. Chiusa l’indagine nelle scorse settimane, ora il sostituto procuratore Gilberto Ganassi dovrà decidere se chiedere la citazione in giudizio del negoziante. La difesa, dal canto suo, pur non avendo formalmente ancora nominato dei consulenti di parte, avrebbe comunque già provveduto a consultare alcuni esperti di materiali sanitari che non avrebbero escluso l’idoneità e il buono stato di conservazione dei preservativi, nonostante le confezioni fossero ormai scadute. Un elemento che potrebbe essere determinante in merito all’accusa di vendita di sostanze pericolose per la salute. Dei reati che vengono contestati al negoziante, infatti, proprio il secondo risulterebbe il più pesante, punito con la reclusione fino a 5 anni e con una pesante sanzione amministrativa.