Il super ricercato ‘Igor’ in carcere a Ferrara veniva descritto come «uomo mite»
23/04/2017 di Redazione
Il super ricercato delle province di Ferrara e Bologna, il 41enne serbo Norbert Feher, autore degli omicidi di Budrio (primo aprile) e Portomaggiore (8 aprile), conosciuto fino a pochi giorni fa come ‘Igor Vaclavic’ (identità poi rivelatasi falsa), quando era rinchiuso in carcere in Italia veniva descritto come «una persona mite», «un soggetto che sembra aver assimilato le regole della convivenza civile», che sembra «avviato sul percorso del reinserimento nella società».
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NORBERT FEHER ‘IGOR VACLAVIC’ IN CARCERE DESCRITTO COME UOMO MITE
In altre parole il detenuto non destava alcuna preoccupazione. A metterlo nero su bianco erano i servizi interni della casa circondariale di Ferrara. E proprio grazie a quelle relazioni ‘Igor Vaclavic’ (che era finito in cella per alcune rapine) ottenne anche sconti di pena (21 mesi di libertà su un totale di 9 anni e 4 mesi di reclusione). Scrive oggi Giuseppe Baldassarro sulle pagine di Repubblica Bologna:
Le relazioni sul suo comportamento all’interno del carcere non lasciavano presagire nulla di quel che è accaduto poi. Al punto che proprio sulla base dei profili tracciati dal personale interno al penitenziario “Igor il russo” ha potuto godere di 630 giorni di sconto di pena per buona condotta. Ventuno mesi di libertà anticipata, su un totale di 9 anni e 4 mesi di reclusione per condanne complessive accumulate in due diversi processi (nel 2007 e nel 2010) per le rapine consumate tra Ferrara e Argenta. Non c’è traccia in quelle pagine del killer spietato e risoluto visto in azione nei tre omicidi che gli vengono contestati dalle procure di Ravenna, Ferrara e Bologna, e non esiste alcun accenno neppure alla possibilità che potesse tornare a delinquere.
Si tratta, dunque, dello stesso ritratto fatto anche dal cappellano dell’istituto penitenziario, don Antonio Bentivoglio, che parlando del Feher conosciuto tra le sbarre ha sempre affermato trattarsi di una sorta di “timorato di Dio”, tutto cella e libri, funzioni religiose e Bibbia.
Un’immagine diversa a quella emersa dopo i recenti delitti.
(Foto da archivio Ansa)