Omegna, nonni pigri, ci pensano i richiedenti asilo ad accompagnare i bimbi a scuola
22/09/2017 di Redazione
Solo un pensionato si offre volontario per accompagnare i bambini a scuola, ma per fortuna i richiedenti asilo sostituiscono i nonni pigri e riescono a salvare il servizio. È successo a Omegna, in Piemonte, un cittadina sul Lago d’Orta. L’associazione di quartiere Omegna Centro per il terzo anno consecutivo ha lanciato il progetto Pedibus: i bambini la mattina anziché farsi accompagnare in macchina dai genitori, raggiungono la scuola scortati da volontari e vigili urbani. Lo scopo è ridurre il traffico, ma anche far apprendere ai più piccoli buone abitudini, regole della strada e un po’ di autonomia.
OMEGNA, I RICHIEDENTI ASILO SI OFFRONO VOLONTARI E SALVANO IL SERVIZIO DI ACCOMPAGNAMENTO A SCUOLA
Una bella inziativa quella dell’associazione Omegna Centro, peccato che di rientro dalle vacanze sia stato solo un pensionato a rispondere al loro appello, Francesco Qualtieri, meglio conosciuto come “nonno Pedibus”. Fortunatamente a sostituire i nonni pigri ci hanno pensato tanti giovani richiedenti asilo ospitati nell’ex albergo Vittoria, gestito dalla cooperativa Azzurra, come riferisce la Stampa.
LEGGI ANCHE > LIVORNO, CINQUANTA PROFUGHI AIUTANO A SPALARE IL FANGO E LE MACERIE
Accadde lo stesso l’anno scorso: ad accompagnare i bambini a scuola – oltre ai nonni – c’erano sempre i giovani richiedenti asilo. L’iniziativa Pedibus – spiega la presidente di Omegna Centro al quotidiano torinese – aveva riscosso un certo successo, con circa 20 bambini che hanno partecipato. I percorsi nell’anno scolastico 2016/2017 erano due: le carovane di studenti, tenuti insieme da una corda, partivano da due differenti raduni in centro. Quest’anno, a causa della mancanza di volontari, il punto di ritrovo sarà soltanto uno e se non fosse stato per l’adesione dei giovani richiedenti asilo, “nonno Pedibus” non avrebbe certo potuto occuparsene da solo.Pedibus ripartirà tra un paio di settimane e l’associazione Omegna Centro spera di riuscire che qualcuno prenda esempio dai giovani richiedenti asilo – e dal signor Qualtieri – e si faccia avanti come volontario. L’invito non è rivolto solo ai nonni, ma a tutti quelli che abbiano un po’ di tempo libero e condividano l’importanza dell’iniziativa.