La telefonata dell’omeopata di Francesco che ha chiesto di non usare farmaci per un bimbo quasi in coma
30/05/2017 di Redazione
Francesco era quasi in coma ma il suo medico, l’omeopata Massimiliano Mecozzi, ha chiesto a un dottore del pronto soccorso di Cagli, Mirko Volpi, di non dargli farmaci nonostante la gravità della situazione. Lo prova una telefonata, acquisita agli atti dai magistrati inquirenti e pubblicata dal Corriere della Sera, che riporta il dialogo concitato tra i due medici. Mecozzi chiede in modo esplicito di non dare medicine a Francesco Bonifazi, che dopo aver contratto un’otite è continuamente peggiorato fino a scivolare verso il coma, non ancora raggiunto, a causa di un ascesso al cervello. «Pronto, mi sente? Allora voi dovete fare una semplice terapia domiciliare al bimbo, d’accordo?». . Il dottor del pronto soccorso, chiamato dai genitori di Francesco Bonifazi, risponde però duramente. «Non se ne parla nemmeno. Il bambino è da codice rosso, c’è una grave situazione neurologica in corso, ora lo portiamo in ospedale…».
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La telefonata tra i due dottori si interrompe, con il «Faccia come crede» detto da Mecozzi a Volpi. L’omeopata però chiede di parlare con la madre del piccolo, in una situazione disperata, e le intima di non fargli prendere né la tachipirina né gli antibiotici. La signora Olivieri lo dice al dotto Volpi, che però risponde duramente anche alla donna. «Signora la tachipirina la diamo anche ai neonati». La testimonianza del medico del pronto soccorso è fondamentale per l’indagine aperta dalla procura di Urbino sulla morte del piccolo Francesco Bonifazi. Gli esami istologici devono esser completati dopo che l’autopsia ha indicato in una encefalite la causa del decesso. Foto copertina: ANSA/PER GENTILE CONCESSIONE DEL CORRIERE ADRIATICO