Omicidio Fermo: Emmanuel non toccò il paletto. La perizia del Ris smentisce i testimoni
24/09/2016 di Redazione
Svolta sul caso di Ferma per l’omicidio di Emmanuel Chidi Nnamdi. Non c’è il Dna del nigeriano sul paletto che avrebbe usato per colpire l’ultrà Amedeo Mancini. Le tracce di quest’ultimo, invece, sono molto evidenti sul segnale stradale. Questo l’esito della perizia firmata dai carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche di Roma e trasmessa alla Procura di Fermo.
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Insomma, Emmanuel non avrebbe avuto contatti con il paletto (cioè non lo avrebbe toccato né sarebbe stato colpito da questo). Un punto a favore dei legali della vedova, che ora potrebbero sostenere con più forza la tesi secondo cui è stato Mancini a far degenerare la lite e provare a mettere in crisi la ricostruzione della difesa del fermano, che punta con decisione sulla legittima difesa per scagionarlo durante il processo dall’accusa di omicidio. La novità potrebbe in teoria dimostrare anche che Chinery – tranne quando pareva aver modificato la propria versione per evitare l’incriminazione per falsa testimonianza – ha sempre detto la verità. (…) «Attendo di leggere attentamente la relazione del Ris di Roma», afferma l’avvocato Letizia Astorri, legale della vedova di Emmanuel, «ma è certo, e me lo conferma anche il nostro consulente che ha assistito all’esame, il professor Adriano Tagliabracci (presente insieme all’altra consulente di parte, la genetista Eugenia Carnevali, ndr), che sul segnale stradale sono chiarissime e anche consistenti le tracce di Mancini mentre non sono presenti quelle di Emmanuel. E non c’è soltanto il palo, restano da vagliare i risultati degli esami sugli indumenti di entrambi».