Omicidio Luca Varani, pm: 30 anni per Foffo. I genitori della vittima chiedono 4 mln di risarcimento
06/02/2017 di Redazione
Condanna, in rito abbreviato, a 30 anni di carcere per Manuel Foffo e rinvio a giudizio, davanti alla Corte d’assise, per Marco Prato. Sono queste le richieste avanzate dal pm Francesco Scavo nell’udienza davanti al gup Nicola Di Grazia per l’omicidio del 23enne Luca Varani avvenuto il 4 marzo 2016.
OMICIDIO LUCA VARANI, PM: 30 ANNI PER FOFFO E PROCESSO PER PRATO
Per la morte del ragazzo, avvenuta durante un festino a base di alcol, droga e sesso svoltosi in un appartamento di via Igino Giordani, alla periferia Est di Roma, Foffo e Prato sono accusati dalla Procura di concorso in omicidio volontario premeditato aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi. I due imputati, però, hanno scelto strade diverse per difendersi: Foffo, attraverso i suoi difensori, ha chiesto il rito abbreviato (che prevede lo sconto di pena pari a un terzo in caso di condanna) mentre Prato ha preferito il rito ordinario (accettando l’idea, in caso di rinvio a giudizio, di farsi processare davanti a una Corte d’assise).
Manuel Foffo e Marco Prati sono accusati di aver seviziato e ucciso Luca Varani, dopo averne straziato il corpo con martello e coltelli da cucina. L’avvocato Michele Andreano, difensore di Foffo, nel chiedere il rito alternativo, davanti al gup Nicola Di Grazia, ha depositato una perizia medica, contenente analisi tossicologiche e psichiatriche, secondo la quale la capacità di intendere e di volere del suo assistito al momento dei fatti era grandemente scemata a causa dell’uso cronicizzato di alcol e droga. Al processo sono parti civili i genitori di Luca e la sua fidanzata.
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OMICIDIO LUCA VARANI, PM: MACABRO CASTING DI FOFFO E PRATO
Secondo il pm, quello di via Giordani fu un massacro pianificato in modo lucido. La scelta della vittima fatta dopo una sorta di macabro casting. Già nell’atto di chiusura indagini, la Procura di Roma aveva di fatto ricostruito l’intera vicenda ritagliando un ruolo «paritario» ai due accusati nell’omicidio. Secondo quanto scritto dal pm nel provvedimento di chiusura indagine, i due presunti assassini «dopo aver fatto entrambi ripetuto uso di sostanze alcoliche e stupefacenti nei giorni antecedenti l’evento» nella notte della follia omicida erano usciti dalla casa di Foffo e avevano «girato in macchina per la vie di Roma alla ricerca di un qualsiasi soggetto da uccidere o comunque da aggredire al solo fine di provocargli sofferenze fisiche e togliergli la vita». Dopo essere tornati a casa hanno chiamato Varani invitandolo a recarsi nell’appartamento. Una volta arrivato nell’abitazione – ha scritto ancora il pm – i due imputati per l’uccisione lo «hanno fatto denudare» per ottenere una prestazione sessuale e gli hanno poi offerto una bevanda con una dose di psicofarmaco che «lo stordiva a tal punto da costringerlo a recarsi in bagno». Ed è in bagno che avrebbe avuto inizio il massacro che si è concluso due ore dopo, in camera da letto, con la morte del giovane.
OMICIDIO LUCA VARANI, PM: RUOLO PARITARIO DI FOFFO E PRATO
Le verifiche effettuate dagli inquirenti durante le indagini hanno dunque confermato il ruolo di Manuel Foffo e Marco Prato nella morte di Luca Varani. Tracce biologiche di entrambi sono presenti sulle armi, almeno tre, usate per uccidere. Questo farebbe cadere la tesi dei difensori di Prato secondo i quali ragazzo non avrebbe partecipato attivamente all’omicidio. La vittima è stata colpita un centinaio di volte con martello e coltelli. Secondo il referto dell’autopsia gli assassini si sono prima accaniti con le martellate su testa e bocca del giovane, poi hanno tentato di strangolarlo con una corda di nylon e subito dopo, hanno continuato a colpirlo con almeno due coltelli da cucina. La vittima è morta dissanguata, e solo allora gli assassini hanno smesso di infierire sul suo corpo.
OMICIDIO LUCA VARANI, GENITORI VITTIMA CHIEDONO 4 MILIONI DI RISARCIMENTO
I genitori di Luca Varani (nel corso dell’udienza davanti al gup del procedimento che vede imputati Manuel Foffo e Marco Prato) hanno avanzato una richiesta danni di quattro milioni di euro a titolo di risarcimento e una provvisionale, immediatamente esecutiva, di un milione di euro. L’avvocato Alessandro Cassiani, che assieme alla collega Irma Conti tutela gli interessi della mamma della vittima, ha parlato in udienza di «fatto di eccezionale gravità» compiuto da Foffo e Prati che hanno agito «con lucida e fredda determinazione».
La richiesta risarcitoria, nel dettaglio, è stata formalizzata dagli avvocati Andrea Florita, Cassiani ed Conti. La prossima udienza è stata fissata al 21 febbraio e non è escluso che in quella udienza il gup possa pronunciarsi sia sulla richiesta di condanna per Foffo sia sulla richiesta di rinvio a giudizio per Prato.
(Foto via Facebook)