Ospedale di Nola, la politica si schiera con i «medici eroi»

10/01/2017 di Donato De Sena

Non accerchiato, ma sicuramente molto isolato. Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ieri ha tuonato contro i medici del pronto soccorso di Nola considerandoli responsabili del caos della notte tra il 7 e 8 gennaio, quando alcuni pazienti sono stati assistiti a terra a causa dell’insufficiente numero di barelle e dell’enorme flusso di persone. Ma la politica in queste ore, in attesa del risultato dei rilievi dei carabinieri del Nas, ha espresso un giudizio diverso sulla vicenda, definendo – in maniera quasi unanime – «eroi» i camici bianchi al lavoro nelle ore dell’emergenza al presidio ospedaliero Santa Maria della Pietà.

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OSPEDALE NOLA, LA POLITICA E I «MEDICI EROI»

Ieri il governatore ha chiesto di avviare immediatamente le procedure di licenziamento dei responsabili del pronto soccorso. E poche ore dopo è arrivata la decisione dell’Asl Na 3 di sospendere tre dirigenti dell’ospedale di Nola: il direttore sanitario, Andreo De Stefano, il responsabile del pronto soccorso, Andrea Manzi, e il responsabile della medicina d’urgenza, Felice Avella. Stamane il ministro della Salute ha invece definito «eroi» i medici impegnati e invitato le autorità della Campania ad attuare i piani. «Penso – ha dichiarato stamane Beatrice Lorenzin – che medici, infermieri e operatori che lavorano nei pronto soccorso dei grandi ospedali italiani siano degli eroi che fanno il loro lavoro e quando arriva un malato hanno il diritto e il dovere di curarlo. Ritengo invece che vedere i pazienti sdraiati a terra sia il segno di un fenomeno di natura organizzativa su cui deve essere fatto un chiarimento molto serio perché nella regione Campania i piani e gli atti amministrativi sono stati fatti, le reti sono state disegnate, poi sta a chi le deve realizzare e monitorare verificare che questo sia fatto bene».

Ma la solidarietà ai medici è stata espressa anche da esponenti del partito di De Luca. Ieri il governatore affermva che «occorre rigore». Il capogruppo Pd in Consiglio regionale Mario Casillo ha dichiarato: «Sull’incresciosa vicenda occorre fare doverosa chiarezza. Le immagini dei pazienti riversi per terra soccorsi e curati dai medici in condizioni d’emergenza sono per tutti un pugno nello stomaco, ma le colpe non possono essere scaricate unicamente sui medici, al punto da sospenderne tre. Bisogna perciò individuare le concause di quanto accaduto». Sulla stessa linea anche la deputata Dem campana Pina Picierno, che su Facebook ha scritto: «Sono indignata e mi sento di esprimere solidarietà a tutti i professionisti che, anche in quelle condizioni, assicurano cure e attenzioni ai degenti». E ancora: «I responsabili si trovano nei piani alti delle Asl , dove da sempre si decidono posti letto e piani ospedalieri con logiche che, spesso e volentieri, non hanno nulla a che vedere con la tutela del diritto alla salute».

Più ampie, ovviamente, le distanze con gli avversari di centrodestra e M5S. Rispondendo a De Luca il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, originario di Pomigliano, centro a una ventina di km da Nola, ieri ha dichiarato: «È vergognoso che scarichi sui medici quelle persone sono sul pavimento perché il Pd, come anche il centro destra, in questi anni ha ottenuto tanti voti dalla sanità privata campana, promettendo di affamare quella pubblica». E Paolo Russo, deputato di Forza Italia attivo nell’area nolana: «De Luca per non licenziare se stesso ed il direttore generale dell’Asl Na 3 Sud scarica, come fanno gli infami, la responsabilità sui poveri operatori della salute che sono al fronte: troppo comodo». Messaggi in difesa dei medici anche dal vescovo di Nola Beniamino Depalma e dal sindaco Geremia Biancardi.

(Immagine di: Giornalettismo)

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