Pane nero: fa bene o no? Cosa c’è da sapere
12/01/2016 di Maghdi Abo Abia
PANE NERO
Il Pane nero al carbone vegetale, scoppia la polemica sul prodotto definito salutista e salutare ma che invece è caratterizzato dalla presenza di un colorante alimentare strettamente vincolato nell’uso dalle leggi vigenti, italiane e europee. Intanto occorre subito chiarire un punto fondamentale: il carbone vegetale non è un ingrediente e non può essere associato né al pane né alla pizza. Quindi il pane nero non è pane. Il Fatto Alimentare ricorda che il pane nero in realtà è frutto dell’aggiunta di un additivo, una polvere ottenuta da legno carbonizzato usabile come colorante ai sensi del regolamento CE 1333/2008 o come integratore alimentare sotto forma di pillole, regolamento UE 432/2012. Il carbone vegetale non è un ingrediente, le norme vietano l’uso di colorante nel pane e nella pizza. Quindi il pane nero in realtà è solo pane colorato con una cenere particolare. Il carbone vegetale ha come pregio la possibilità di ridurre la flatulenza post prandiale. Per questo lo si può assumere dietro parere medico sotto forma d’integratore. Sull’etichetta però dev’essere specificato che «l’effetto benefico si ottiene con l’assunzione di 1 grammo almeno 30 minuti prima del pasto e di un altro subito dopo il pasto».
PANE NERO, USABILE ESCLUSIVAMENTE COME ADDITIVO COLORANTE
Il Ministero della Salute nella nota 47415 del 22 dicembre 2015 indirizzata agli assessorati alla sanità delle Regioni e Province autonome ha ribadito che è ammissibile usare il carbone vegetale come additivo colorante nelle quantità ammesse dal regolamento 1333/2008 per prodotti della panetteria “fine”, quindi fette biscottate, brioche, dolci. Non è ammissibile invece chiamare il pane nero “pane” e non può neanche essere etichettato come tale e non è possibile aggiungere informazioni relative a eventuali effetti benefici del carbone vegetale “per l’organismo umano, stante il chiaro impiego dello stesso esclusivamente quale additivo colorante”.
PANE NERO: IL PERICOLO CANCEROGENO DEL COLORANTE E153
In sostanza, il pane nero non è pane. E il carbone vegetale serve solo a prevenire le flatulenze post prandiali. Il colorante vegetale in questione è indicato dalla sigla E153, un prodotto quindi certificato in Europa ma che non viene usato negli Stati Uniti. La Food and Drug administration ha vietato l’uso alimentare a causa della presenza nel carbone vegetale di benzo[a]pirene, idrocarburo policiclico aromatico della classe dei benzopireni, una delle prime di cui sia mai stata accertata la cancerogenicità. Disciolta in acqua, è tra le sostanze più pericolose. Il limite di concentrazione è di 0,01 µg/l secondo il DL 31/2001. La sostanza è presente nel fumo di sigaretta, nei gas di scarico dei motori diesel e nelle carni bruciate essendo fonte della combustione di materia organica.
PANE NERO: LE QUANTITÀ GIORNALIERE RACCOMANDATE
L’EFSA non nega che il prodotto non sia cancerogeno ed anzi raccomanda che venga specificata la pericolosità della sostanza. Vengono anche proposti dei limiti massimi giornalieri consigliati di consumo del colorante E153 sia per bambini sia per adulti. Nel primo caso è opportuno consumare una media compresa tra 3 e 29.7 milligrammi per chilo mentre per i secondi è opportuno avere una media di 3,8 milligrammi per chilogrammo. È inoltre necessario sapere che il carbone vegetale è ottenuto dal legno bruciato di pioppo, salice e betulla o dai gusci e dei noccioli di frutta a una temperatura di massimo 600 gradi in un’atmosfera povera d’ossigeno, quindi con una fiamma nulla.
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PANE NERO: LA DENUNCIA A CARICO DI 12 PANIFICI PUGLIESI
Si ottiene così una polvere porosa, finissima, inodore e insapore. E certo è bizzarro pensare, come ricorda La Fucina, che col tempo il consumatore ha imparato a scartare la parte bruciata della pizza, delle bruschette e della carne cotta perché cancerogena. Una mossa di marketing, quindi, che richiede un’attività costante di monitoraggio da parte delle autorità. Rainews riporta della denuncia a carico di 12 panifici pugliesi nelle città di Bari, Andria, Barletta, Foggia, Taranto e Brindisi che producevano pane, focaccia e bruschette al carbone vegetale. I prodotti venivano pubblicizzati con un’esaltazione della loro presunta capacità assorbente e presentati come un ausilio per i disturbi gastrointestinali.
PANE NERO: LE ACCUSE DI FRODE IN COMMERCIO
Come detto invece il colorante E153 non può essere usato come aggiunta alle ricette classiche di pane e focaccia. Per questo gli agenti della Forestale del Comando Regionale per la Puglia e del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente di Altamura – Parco Nazionale dell’Alta Murgia hanno sequestrato il pane e le focacce prodotte con l’aggiunta del colorante E153 carbone vegetale e denunciato i presunti responsabili che dovranno rispondere di frode nell’esercizio del commercio e produzione di alimenti trattati in modo da variarne la composizione naturale con aggiunta di additivi chimici non autorizzati dalla Legge. (Photocredit copertina ANSA/ UFFICIO STAMPA CORPO FORESTALE DELLO STATO)