Paola Petti, dall’amicizia con Silvio al lavoro a Palazzo Grazioli
07/07/2011 di Dario Ferri
L’omicidio di Flavio Simmi e le notizie sulla sua compagna
Dopo le notizie di ieri, anche il Fatto Quotidiano ritorna su Paola Petti, la compagna di Flavio Simmi che oggi lavora alla rassegna stampa di Palazzo Grazioli e che era stata indicata come conoscente del premier, e si era parlato della sua somiglianza con Veronica Lario. Firmano Fabrizio D’Esposito e Rita di Giovacchino:
Da velina con l’a s p i ra z i o n e della politica a mamma “sistemata” e tranquilla. Tutto un anno fa. Prima di assistere all’omicidio del compagno Flavio Simmi, martedì mattina nel quartiere Prati a Roma, Paola Petti aveva dato una precisa curvatura alla sua parabola di ambiziosa giovane classe 1984: diventare madre di due gemelli e “accontentar si” di collaborare al famigerato “mattina – le” berlusconiano, la rassegna stampa confezionata quotidianamente a Palazzo Grazioli. Eppure un anno fa, la sua vita poteva incrociare un destino diverso. “Petti? È un’amica del P re s i d e n t e ”. Questa era la risposta tipo a quanti nel Pdl romano chiedevano chi fosse questa ragazza dai capelli color rame in corsa per un posto nel listino della futura governatrice Renata Polverini. A suo modo, la Petti si era preparata con scrupolo partecipando un anno prima, nel 2009, ai corsi di formazione politica del Pdl per le elezioni europee. Tutto giocava a suo favore, compresa una notevolissima somiglianza con Veronica Lario. Poi la delusione, invece. Alla Petti fu preferita Veronica Cappellaro, compagna dell’ex leader dei giovani forzisti, Francesco Pasquali.
Ma alla bella Paola era comunque stata fatta una promessa:
“Se non entri in lista, vai a lavorare all’uf ficio stampa del Presidente”. Detto fatto. Non a caso, l’altro giorno, la voce che lei lavorasse tra Palazzo Chigi e la residenza privata del premier è stata sparsa dai suoi colleghi. Lei e FlavioSimmi stavano insieme da tempo. Si erano conosciuti nel mondo della movida romana e lui aveva già avuto frequentazioni con persone vicine al centrodestra. In ogni caso, a Simmi, figlio di Roberto, uno dei protagonisti dello storico processo alla Banda della Magliana (fu prosciolto dall’accusa di usura), non piacevano le ambizioni politiche della compagna. Di origini pescaresi, definita più attrice che velina, alla Petti l’etichet – ta di “amica del Presidente” non è stata messa solo dagli ambienti romani del Pdl. Il suo nome, infatti, compare nella rubrica telefonica di Barbara Faggioli, agli atti del processo Ruby sul bunga bunga di Arcore. La Faggioli è la migliore amica di Nicole Minetti, che al telefono pronunciò una frase poi diventata famosa tra le Papi girl con il pallino della politica: “Facciamo come la Carfagna”.
Quando uscì l’intercettazione, la sera stessa B. partecipò alla festa di compleanno di Michaela Biancofiore e come al solito esorcizzò tutto con una battuta:
“Il mio sogno è fondare Forza Gnocca”. “Facciamo come la Carfa gna”: alla Minetti è andata bene, con un seggio alla Regione Lombardia; alla Faggioli, che aspirava al comune di Milano, e alla Petti no. Anche se, per quest’ultima, l’ufficio stampa di Palazzo Chigi resta comunque una meta onorevole, visto che è transitata lì anche Graziana Capone, la cosiddetta Angelina Jolie di Bari uscita fuori dal filone pugliese delle amicizie femminili del Cava l i e re . Nell’agenda elettronica della Faggioli, la Petti è una delle ventisette donne inserite nella “Rubrica amiche”. C’è Alina, in realtà Alessandra Sorcinelli, c’è Cristina Ravot, e c’è Paola, prima di Cinzia Molena del Grande Fratello: una ragazza somigliante a lei e di nome Cinzia ha accompagnato ieri la Petti alla procura di Roma. Amica della Faggioli e del Presidente, la Petti che si è presentata al procuratore Capaldo è sembrata una ragazzina terrorizzata. Pantaloni blu e camicetta bianca, i capelli raccolti da un fermaglio, la faccia gonfia di pianto.
Per gli investigatori Paola Petti è soltanto la testimone chiave di un delitto che sta riscrivendo la storia criminale della città:
Ha aspettato circa mezz’ora, abbracciata su un divanetto alla sua amica Cinzia. “Abbiamo ricostruito fatti utili alle indagini. Tutto il resto non ci riguarda”, si è affrettato a precisare due ore dopo il capo della Mobile Vittorio Rizzi. La Petti ha ricostruito la dinamica del delitto. “F l av i o ” che cerca di mettere in moto la vettura, ma qualcosa non va e lei scende dall’auto per controllare le ruote: quella a sinistra a terra squarciata da un coltello. Un agguato studiato. Poi arriva la moto e quell’uomo che spara a raffica: “A ogni colpo Flavio si contorceva come se fosse scosso dalla corrente elettrica, intanto diventava bianco, ha cercato di uscire dall’auto, è caduto. Io gridavo, non ricordo niente”. Per lei suo marito era soltanto un gioielliere. Giovani e felici con una bella casa in Prati, presa in affitto da Luca Calvani, vincitore nel 2005 dell’Isola dei famosi. Nel 2005: proprio l’anno in cui Flavio aveva stretto una relazione con la moglie di un tossico che in quel periodo si trovava in carcere. Che ora il padre indica come l’as – sassino. Una vendetta per una storia di corna. Un movente minimo, ma non regge. Racconta ancora Paola: “Dopo che gli avevano sparato a febbraio, sono arrivate a casa lettere di minaccia, ma lui minimizzava”. Molte cose non quadrano in questa storia.