Paolo Becchi lascia il Movimento Cinque Stelle
06/01/2016 di Redazione
Il professore genovese considerato l’ideologo del Movimento Cinque Stelle, Paolo Becchi, il 31 dicembre 2015 ha deciso di non rinnovare l’adesione al M5S: ultimo degli eventi che hanno sconvolto i pentastellati fra polemiche, espulsioni e il nuovo corso del Movimento. Becchi, però, non è stato espulso: si è allontanato in autonomia, sostenendo che la forza politica fondata da Beppe Grillo sia diventata “la stampella” di Matteo Renzi.
PAOLO BECCHI LASCIA IL MOVIMENTO CINQUE STELLE
Troppi compromessi, troppo dialogo, una nuova linea politica troppo transigente secondo Paolo Becchi. E così, l’addio: ce ne parla il Messaggero.
«Addio Beppe». In casa Grillo è il momento dei saluti. Chi se ne va con le sue gambe, chi preso a calci nel sedere e cacciato seduta stante dal Movimento. Il caso del professor Paolo Becchi che il 31 dicembre scorso non ha rinnovato l’iscrizione è da classificarsi tra le anomalie. È lui che ha deciso di farsi da parte. O meglio di andarsene insalutato ospite, quasi alla chetichella, con un’intervista al quotidiano on line Formiche.net. Ormai il M5S gli stava stretto. Pochi lo ascoltavano, molti lo criticavano; Grillo e Casaleggio dopo averlo considerato a lungo l’ideologo di riferimento, lo ignoravano o lo sconfessavano, pubblicandogli di tanto in tanto un editoriale sul blog di famiglia, una concessione, un contentino. L’addio del professore è comunque un brutto colpo per gli aficionados. Popolarissimo sul web, Becchi incarna l’ala dura e pura del Movimento. Senza dire che il suo addio si aggiunge a un elenco di addii che comprende ormai quasi un terzo dei parlamentari, compresa l’ultima espulsa la senatrice Serenella Fuksas, colpevole di tardiva rendicontazione. E genera altre tensioni perché segue a ruota la cacciata del sindaco di Gela Domenico Messinese e l’inchiesta sul voto di scambio che ha coinvolto il primo cittadino di Quarto, esponente 5Stelle. Ma anche l’addio della consigliera di Parma, Chiara Gianferrari, legata a Pizzarotti.
Una linea intransigente, quella del professore genovese, ormai distante dal corso più “politico” intrapreso dal M5S.
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«Il M5S si sta trasformando in un partito ibrido e ha stretto con il Pd un nuovo patto dopo quello del Nazareno facendo da stampella al governo Renzi», è la tesi del professore, genovese anche lui come il comico fondatore. Becchi era considerato ormai un peso. Una scheggia impazzita dell’universo grillino che in nome della purezza beccava – appunto – qualsiasi ipotesi d’accordo con le forze politiche. Nessuna concessione alla trattativa politica, considerata una male assoluto. Docente di filosofia del diritto all’Università di Genova, Becchi è andato avanti con le sue idee come un kamikaze. Sempre pronto a fare le pulci a Grillo «che aveva promesso agli italiani che entro il dicembre 2015 o al massimo nel gennaio del 2016 ci sarebbe stato il referendum sull’euro», Si era parlato di lui anche per la richiesta di impeachment nei confronti dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Rapporti con Casaleggio zero. Idem con il direttorio. Più vicino casomai ai blogger Claudio Messora e Daniele Martinelli. Tutti integralisti e giudicati inadeguati al nuovo corso pentastellato.
Per Becchi, “il Movimento è ormai finito”: di qui la decisione di abbandonare.