Perché ha chiuso Cronaca Qui Milano?

07/06/2012 di Maghdi Abo Abia

MANCANO DATI REALI – I problemi però partono dalla diffusione. L’edizione piemontese, fondata nel 2002, viene dichiarata con una diffusione di 60 mila copie tra Torino, Val d’Aosta e Ponente Ligure, con 205 mila lettori. Eppure Cronaca Qui non ha diffuso i suoi dati reali. Secondo una fonte torinese le copie diffuse sono circa 40 mila al giorno. Da segnalare come il quotidiano risulti iscritto al Tribunale di Milano già nel 1950 anche se la sua fondazione è datata 2002.

AI MILANESI NON PIACEVA – Non è tutto. Il taglio aggressivo previsto dal quotidiano non è piaciuto al pubblico milanese. Per questo nonostante il prezzo assolutamente competitivo non c’è stato alcun modo di “risalire” la china, per quanto sia stato posto a capo della redazione milanese Andrea Miola, già nella redazione piemontese. L’aumento del prezzo da 20 a 50 centesimi, poi, ha diminuito ancora di più le vendite già esigue. Ecco quindi che i costi di una redazione al completo, con annessi stipendi, della stampa e della distribuzione, non sono diventati più sostenibili. E quindi è arrivata inevitabile la decisione di puntare tutto su Torino.

NON MANDARE NULLA – E quindi? Come l’hanno presa i collaboratori e i redattori, specie dopo il preavviso di poche ore. Non bene, almeno a sentire la voce di uno di loro, voce anonima, il quale ha denunciato già lunedì mattina una situazione ai limiti dell’assurdo: “mi hanno detto di non mandare pezzi perché tanto non sarebbero più usciti. Io sono un collaboratore e sono poco tutelato, ma penso ai redattori che si sono trovati con il culo per terra dall’oggi al domani senza un minimo di tutela. A casa da martedi”.

E’ VENUTO L’EDITORE – La versione “ufficiale” dell’e-mail diretta a redattori e collaboratori andrebbe a contrastare con il racconto della stessa fonte: l’editore di Cronaca Qui entra in redazione a Milano -via Sammartini 37-  e decide che da domani non si va più in edicola, che bisogna sbaraccare e chi si è visto si è visto”. La giustificazione della mancanza di entrate sembra anche questa abbastanza “fallace”: “nell’ultimo anno hanno portato a casa 3 milioni e 700 mila euro di contributo per l’editoria. Chissà dove sono finiti questi soldi”.

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