Perché Patrizio Cinque, sindaco 5 stelle di Bagheria è indagato

Il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque (M5S) è indagato nell’ambito di un’inchiesta della procura di Termini Imerese sulla gestione del servizio dei rifiuti. Con lui risulterebbero coinvolti 16 funzionari.

Le ipotesi di reato a carico del primo cittadino sono rivelazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio e turbativa d’asta. A Cinque è stata notificata la misura cautelare dell’obbligo di firma. Una misura scelta perché, secondo i pm, c’è pericolo di reiterazione del reato. Per Cinque si tratta di un attacco ad orologeria. «Si mette dentro di tutto per attaccare un sindaco e un’amministrazione Cinque stelle a meno di due mesi dalle elezioni regionali», ha sottolineato. Ma per quale vicenda, oltre all’imbarazzo dell’abusivismo edilizio, è ora coinvolto il sindaco pentastellato?

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PATRIZIO CINQUE INDAGATO. QUELLA INTERROGAZIONE DI CAMPANELLA EX M5S

L’inchiesta, si apprende da fonti giudiziarie, si incrocia con quella sull’abusivismo ediilizio. Le indagini dovrebbero vertere su bandi di gara per il noleggio di automezzi per la raccolta dei rifiuti e l’affidamento della gestione del palazzetto dello sport di Bagheria di proprietà della Provincia e un abuso edilizio di un parente del primo cittadino. Sulla questione rifiuti a Bagheria però ci può spiegare di più una interrogazione dell’ex 5 stelle Francesco Campanella. L’interrogazione risale al 2015 e parla del sistema Aro (aree raccolta ottimale) in vigore per i rifiuti nella città sicula. Il sistema però è stato disatteso dopo la caduta dell’allora sindaco  Vincenzo Lo Meo. Con l’arrivo di Patrizio Cinque ci si aspettava la prosecuzione del piano attraverso «l‘affidamento del servizio di raccolta e spazzamento ad una ditta esterna, oltre all’attivazione, in tutti i quartieri della città, di un sistema di raccolta dei rifiuti “porta a porta”, tramite “appalto pubblico” con sanzioni economiche (penali) in caso di espletamento non regolare del servizio stesso». Ma, ma… A Bagheria scoppia il caos rifiuti, una crisi, spiegò al tempo Campanella che ha « portato al collasso del sistema di raccolta con relativa perdita di tempo (10 mesi) per la predisposizione e l’espletamento della gara d’appalto europea». Quale fu allora la soluzione? Riporta l’interrogazione:

per risolvere la situazione di emergenza, dopo l’approvazione in Consiglio comunale della delibera di recesso dal consorzio d’ambito Co.In.Res del 2 aprile 2015, il sindaco con ordinanze n. 21 del 7 aprile 2015 e n. 22 dell’8 aprile 2015 affidava, con criteri mai precisati e senza alcuna gara d’appalto, alla ditta Tech servizi Srl in via contingibile ed urgente, ex art. 191 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni ed integrazioni, il servizio di raccolta e trasferimento dei rifiuti in discarica e/o impianti di recupero per 6 mesi rinnovabili di ulteriori 6, per l’importo di 500.000 euro mensili oltre IVA;

Su quel caso Campanella presentò non solo una interrogazione ma anche un esposto in Procura a Palermo. E le indagini, secondo indiscrezioni, sarebbero partite proprio da esposti presentati due anni fa. Probabilmente però l’interrogazione dell’ex 5 stelle non è collegata ai fatti attuali. Anche perché, vedendo le decisioni del Gip, l’inchiesta sembra piuttosto estesa.

Questa mattina il consiglio comunale di Bagheria era riunito quando è arrivata la notizia dell’indagine su Cinque e diversi funzionari comunali. Nel municipio c’è sconforto. E la situazione sicula rischia di esser esplosiva. Insieme al sindaco stessa misura per altri 13 tra funzionari, impiegati e imprenditori. Disposti anche due divieti di dimora a Bagheria e un’interdizione dai pubblici uffici. Nell’indagine sarebbe coinvolto anche l’ex commissario straordinario della provincia di Palermo, Manlio Munafò.

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