Petrolio a Genova: il peggio è passato, costa ligure al sicuro

24/04/2016 di Redazione

Dopo lo sversamento di petrolio nelle acque di Genova per la rottura di una conduttura e il giustificato allarme, la situazione nel capoluogo lugire sembra avviarsi alla normalità. Il peggio è passato e la costa è al sicuro, dicono ora gli esperti. A rassicurare gli abitanti è soprattutto l’ammiraglio Giovanni Pettorino, molto più sereno dopo una lunga perlustrazione aerea sul mare da Genova a Ventimiglia. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera l’ufficiale ha spiegato che restano ancora tre macchie in mare, ma non si tratta di petrolio, bensì di sfilacciamenti iridescenti, ancora lunghi ma in via di dissolvenza:

La situazione è dunque migliorata lungo le coste liguri?

 

«Abbiamo utilizzato un radar a scansione laterale che ci permette di osservare un’area di dieci chilometri attorno a noi. Rispetto alle immagini inviate la notte scorsa dal satellite, possiamo essere più precisi: le chiazze si stanno indubbiamente rimpicciolendo. Non esiste una striscia di petrolio di venti chilometri lungo le coste. Abbiamo contato tre macchie di un’estensione fra i due e i quattro chilometri ciascuna per un totale al massimo di nove chilometri che si stanno spostando al largo di Savona e Imperia».

 

Macchie nere?

 

«No, sono sfilacciamenti iridescenti, lunghi ma in via di dissolvenza. Non è petrolio, ripeto, è iridescenza. Diversa la situazione a ponente del porto di Genova, dopo l’aeroporto, nella zona di Voltri».

 

Ossia in prossimità della foce del Polcevera: è uscito altro greggio in mare?

 

«No, non credo che ci siano stati altri versamenti importanti, anche se si può prevedere un continuo stillicidio. In quella zona ci sono un paio di macchie più scure, più concentrate, lunghe 700 metri e larghe tra i 50 e i 100 metri ciascuna. La soglia d’attenzione resta alta, ma lo schieramento di mezzi a terra e in mare è del tutto adeguato a fronteggiare la situazione».

A terra lavorerebbero 49 autobotti, in mare una decina di mezzo costieri.

PETROLIO GENOVA, IPLOM: «IL SISTEMA PER ARGINARE IL GREGGIO HA FUNZIONATO»

Intanto la Iplom, l’azienda costretta a sospendere la sua attività per la rottura della conduttura, ha fatto sapere che il sistema predisposto per arginare il petrolio ha funzionato. «Il sistema nel suo complesso ha fatto quel che doveva lasciando scorrere l’acqua per poi far accumulare quel che resta della pulitura del fiume alla foce del Polcevera dove viene raccolto dai mezzi recoil. Oggi certamente a mare non è arrivato nulla. L’obiettivo era questo e l’abbiamo raggiunto», ha spiegato ieri Gianfranco Peiretti, responsabile qualità, sicurezza e ambiente. «Ad oggi si può considerare conclusa la raccolta del prodotto libero e sono stati anticipati tutti gli interventi inizialmente previsti nella fase successiva, vale a dire la rimozione degli strati superficiali degli alvei dei torrenti. In particolare, è stata completata la prima pulizia del Rio Pianego, mentre e’ in corso nel rio Fegino». L’azienda ha anche comunicato di lavorare in questi giorni ad un progetto da presentare martedì in Procura relativo alle modalità di intervento nell’area sotto sequestro e funzionale al completamento degli interventi di messa in sicurezza ambientale.

 

 

PETROLIO GENOVA, IPLOM: «LA CORRENTE VA VERSO LA FRANCIA»

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, intanto, nel corsod i un sppralluogo sul Polcevera ha tranquillizzato: «Tutto si sta muovendo secondo i piani, la macchina organizzativa sta funzionando come doveva. L’emergenza in mare è stata aggredita, quella sul fiume è sotto controllo. Il sistema di difesa ha tenuto nonostante le piogge che sono arrivate come ampiamente previste dal nostro sistema meteo». Il governatore ha anche sottolineato che le correnti portano verso la Francia. Quest’ultima informazione ha innescato sui social network un’ondata di critiche e sfottò per il presidente della Regione. Molti utenti hanno commentato con ironia:

 

 

 

 

 

 

(Foto di copertina: ANSA / LUCA ZENNARO)

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