Piemonte, caos su una maestra: «Ringrazio Dio ogni giorno per avermi fatto fascista»
26/07/2017 di Redazione
«Ringrazio Dio ogni giorno per avermi fatto fascista». Per questo status su Facebook una maestra di Rivarossa, che insegnava in alcune scuole elementari del Cavanese, è stata segnalata alla Polizia Postale e all’Ufficio Scolastico regionale. A detta del Corriere il suo profilo Facebook è stato oscurato ma, con una breve search sulla piattaforma, a noi risulta ancora raggiungibile.
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La sua storia la racconta il Corriere della Sera:
Difficile ora rintracciare la maestra finita nel mirino. «Aveva un contratto a termine che ha concluso con la fine dell’anno scolastico- spiega a direttanews.it Federico Morgando, ex presidente dell’Anpi di Castellamonte e dirigente scolastico dell’istituto dove la maestra ha insegnato – Nel corso dell’anno appena concluso nessun collega e tanto meno genitori sono entrati nel mio ufficio a lamentarsi dei comportamenti e delle lezioni della maestra perciò come insegnante non ho nulla da imputarle…». Ma i contenuti del suo profilo, almeno stando ai racconti dei giornali locali che li hanno raccolti nei giorni scorsi, erano inequivocabili: la maestra si vantava delle sue idee politiche. Una delle immagini pubblicate, ad esempio, riportava il volto di Mussolini e una scritta ambigua: «Quando ti rendi conto di andare contro tutto e tutti…capisci di essere dalla parte giusta». «Un’aberrazione»- commenta il sindaco di Rivarossa, Vinicio Milani. «Castellamonte, città decorata con la medaglia d’argento alla Resistenza, nelle sue aule scolastiche meritava frequentazioni migliori- tuona il Pd locale parlando di apologia del fascismo- Rivolgiamo un appello al mondo della scuola e a tutte le forze democratiche affinché facciano sentire la propria voce». Anche Pettorruso, in realtà, ha provato a far sentire la sua: prima con un’intervista alla Voce, in cui sosteneva che non c’era niente di cui scandalizzarsi, e poi con un nuovo post su Facebook in cui difendeva le sue posizioni.
L’insegnate aveva spiegato a Repubblica come la sua posizione non fosse fascista: si trattava di un esperimento sociale.
“La mia era una ricerca sociologica, una provocazione che evidentemente ha avuto i suoi effetti – spiega – Ho voluto interrogare gli utenti di Facebook su un periodo storico su cui è calato il silenzio e di cui sembra vietato parlare. Credo che nascondere la storia sia sempre sbagliato”. L’insegnante, che da 18 anni è precaria, parla di “strumentalizzazione dei suoi post”: “Ho pubblicato delle immagini e delle frasi che non necessariamente condivido e sono finita nella bufera. Quando tornerò a scuola parlerò ai miei bambini dei rischi del web. Anche questo era uno dei miei obiettivi con questo esperimento”.
Nessuna affinità politica, dunque?
” Lo ripeto. Non sono fascista. Non sono di destra e nemmeno di sinistra o di centro ma ritengo che la politica di oggi sia tutta spazzatura e nessuno di preoccupa davvero degli italiani”.
in copertina foto ANSA/Dpa