La storia dei profughi che dormono a casa «Renzi» a Pordenone
18/02/2016 di Redazione
Alcuni profughi, tornati a Pordenone dopo essere stati mandati a Genova, hanno trovato rifugio non in una casa parrocchiale, né in un centro accoglienza: dormono, per la seconda notte di seguito, nel portico della sede dell’ufficio territoriale del governo.
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Del caso ne parla il Messaggero Veneto:
Un ricovero provvisorio l’hanno trovato, ma questa volta non è stato nè un parco pubblico né il sagrato di una chiesa. I profughi, tornati a Pordenone dopo essere stati mandati a Genova, hanno dormito per due notti sotto il portico della sede dell’ufficio territoriale del governo, praticamente nella “veranda” di Renzi a Pordenone.
Quale sarà il destino dei migranti (tutti afghani) lo spiega il prefetto Maria Rosaria Laganà:
Ma il prefetto Maria Rosaria Laganà, che in questi mesi ha lavorato energicamente per governare il flusso dei migranti (in provincia sono già 800 i profughi che rientrano nel programma di accoglienza dello Stato) non si sottrae e spiega con chiarezza come sono andate le cose.
«Queste 13 persone – precisa Laganà – fanno parte dei cinquanta migranti che abbiamo inviato in Liguria, su indicazione del Ministero, la settimana scorsa. Nel momento in cui non si fossero presentati a Genova per più di tre giorni, come poi è avvenuto, sarebbero stati espulsi dal programma. Per assicurarci che avessero capito il rischio a cui andavano incontro abbiamo tollerato che dormissero là. La mattina, visto che non hanno cambiato idea, sono stati portati in Questura e sono usciti in modo definitivo dal programma».
Cosa significa questo? Che chi ha presentato la domanda di asilo potrà comunque rimanere in Italia fino all’esito della procedura – e va ricordato che i tempi medi, se si considera i ricorsi, arrivano tranquillamente a due anni –, ma dovrà farlo a spese proprie. E, considerato che si tratta di persone che non hanno nulla, nella migliore delle ipotesi è immaginabile che vivano di elemosina.
guarda la gallery:
(L’Austria costruirà una barriera per i migranti al Brennero)
(in copertina foto ANSA / ANGELO CARCONI)