Pregi e difetti del fotovoltaico fai da te

04/02/2014 di Maghdi Abo Abia

UN COSTO NON AMMORTIZZABILE – Il Sole 24 ore ha calcolato come il business del fotovoltaico con accumulo in batteria possa valere qualcosa come 500 milioni di euro, una cifra che ammonta al risparmio energetico calcolato da parte del fornitore nazionale. Casa24 aggiunge poi che le batterie al momento non sono incentivabili e che il loro prezzo, al momento di 4000 euro per un impianto da 4 kwh, si dimezzerà in due-tre anni. La batteria aumenta l’energia prodotta in autoconsumo portando agli utenti un risparmio di 800 euro l’anno, 200 in più rispetto a quanto non si avrebbe con un impianto privo di accumulatore. E se consideriamo che la durata di una batteria è di 10 anni, ecco che il risparmio ulteriore, di 2000 euro, copre solo la metà del costo della batteria.

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SERVE SCEGLIERE L’INVERTER GIUSTO – Importante anche la valutazione dell’inverter, ovvero il dispositivo che trasforma la corrente continua in corrente alternata. Da solo costa circa 1.500 euro ed è l’elemento più importante di un impianto fotovoltaico. I modelli in commercio sono tre, quello ad onda quadra, il più economico, quello ad onda sinusoidale modificata e quello ad onda pura, il consigliato perché simula l’onda della rete elettrica tradizionale. Inoltre bisogna considerare la potenza in uscita e valutarla in base alle vostre necessità. Se l’impianto alimenta casa vostra avrete bisogno di un qualcosa che possa generare centinaia di watt, almeno per poter tenere acceso il computer, la televisione ed un paio di lampadine, considerando anche il margine di sovradimensionamento per evitare problemi di riscaldamento.

COSA OFFRE IL MERCATO – E poi ci sono i cavi, le cui dimensioni devono essere adeguate alla potenza erogata. Se il cavo è troppo piccolo può scatenarsi, come ricorda Fotovoltaico sul web, il famoso effetto joule, con un riscaldamento incontrollato dello stesso che può scatenare corti-circuiti ed incendi. Qualora si voglia costruire un impianto fai-da-te, è opportuno considerare tutti questi fattori anche perché un errore, anche minimo, può mettere a repentaglio la sicurezza della casa. Ma andiamo avanti. Parlavamo delle aziende che forniscono kit fai-da-te di facile montaggio. Una di queste è la Spok che offre moduli fai da te a partire da 6.665 Euro Iva inclusa, comprensivi di pratiche per l’allacciamento alla rete Enel e per la detrazione del 50 per cento.

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IL MINI KIT DIURNO – Tuttavia viene specificato che potrete installarlo da soli se avrete le giuste competenze, altrimenti potrete avvalervi del vostro tecnico di fiducia o di un soggetto affiliato alla rete del produttore, con un costo aggiuntivo non quantificato e dipendente dalla tipologia del lavoro. Ega Energia offre invece un mini kit fotovoltaico per il consumo diurno per un abbattimento dei consumi e della bolletta che va dal 20 al 35 per cento l’anno grazie alla massimizzazione dell’energia prodotta dal mini impianto che non viene ceduta al gestore di rete. Niente allacciamenti, quindi, ma solo un supporto. Il tutto al prezzo di 1.700 euro, che diventano 850 grazie alle detrazioni fiscali.

LE ISTRUZIONI – Mysun offre invece dei microimpianti caratterizzati dalla presenza di un modulo dalla potenza di 250 watt per una produzione annua di 350 kwh l’anno ed un risparmio in bolletta di 80 euro l’anno, ammortizzabile in sei anni grazie al costo dell’impianto di 500 euro, acquistabile via internet. La vita media del prodotto è di 30 anni, quindi volendo il risparmio potrebbe essere più copioso ma anche qui c’è il nodo dell’installazione. Il kit comprende oltre al modulo un microinverter, i cavi, la struttura di montaggio ed il manuale per l’installazione. Ricordiamo che per certe cose o si è in grado di maneggiare certi strumenti o è opportuno affidarsi a soggetti qualificati sopratutto per la propria incolumità.

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LO SCAMBIO SUL POSTO – Questi tre prodotti dimostrano quanto sia vivo il mercato del fotovoltaico fai-da-te. Ed in effetti il risparmio c’è ed è evidente, specie se non viene previsto l’allacciamento alla rete elettrica, con un risparmio di 350 euro per kw oltre alle lungaggini burocratiche. Questo dimostra che bisogna capire cosa si vuole. Ad esempio si può scegliere di accumulare l’energia nella batteria oppure affidarsi al sistema di scambio sul posto, spiegato dal Gse. Si tratta di un sistema di autoconsumo che prevede l’immissione in rete di energia elettrica prodotta ma non direttamente auto-consumata, per poi prelevarla in un momento differente da quello in cui avviene la produzione, ottenendo una compensazione tra il valore economico associabile all’energia elettrica prodotta e immessa in rete e il valore economico associabile all’energia elettrica prelevata e consumata in un periodo differente da quello in cui avviene la produzione.

BISOGNA SCEGLIERE IL PRODOTTO GIUSTO – Si tratta di una forma d’incentivazione che si affiancava al Conto Energia ma sulla corrente distribuita si pagheranno le tasse, a differenza di quanto accade con quella propria. In più bisognerà considerare lo stile di vita della famiglia. Se scegliete un impianto a funzionamento diurno quando in casa non c’è nessuno e non avete un sistema d’accumulo, non servirà a nulla. Stessa cosa se sceglierete un impianto non sufficiente a gestire la richiesta di energia di casa vostra. Parlando di convenienza finale, Altroconsumo sostiene che questo tipo d’impianti è utile a patto che non superiate il consumo medio annuale di casa perché, come detto, in caso dell’agevolazione a scambio sul posto, le eventuali eccedenze dovranno essere liquidate, e quindi tassate.

MEGLIO AVVALERSI DI UNA STRUTTURA SPECIALIZZATA – Inoltre bisogna valutare se l’edificio in cui si vuole installare il pannello (o i pannelli) non necessiti di lavori di muratura e bisogna capire quale sia davvero l’impianto adatto per le nostre esigenze. E se consideriamo che un impianto da 3 kw costa 8000 euro, progettazione ed installazione inclusa, diventa facile capire per quale motivo il fai da te rappresenta un’ambizione legittima ma a tutti gli effetti non conveniente. Certo, si risparmia, ma bisogna sperare che non succeda nulla negli anni di vita dell’impianto e che non si debbano compiere lavori extra. E sopratutto si rischia di ottenere qualcosa che oggettivamente non serviva anche a causa della mancanza del parere di un tecnico qualificato.

 

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