Calcio, a Pesaro provino per soli migranti. Coulibaly racconta la sua storia dal barcone alla Serie A
24/08/2017 di Gianmichele Laino
Guardandoli in campo, Mamadou Coulibaly non ha potuto fare a meno di ricordare la sua vicenda personale. La partenza dal Senegal, il barcone, il viaggio del terrore e poi l’arrivo a Roseto degli Abruzzi, i primi calci al pallone, il debutto – lo scorso anno – con il Pescara in Serie A. «La mia è una bella storia – racconta -. Non ho mai avuto così tanta paura, ma alla fine ce l’ho fatta. A differenza di tanti altri, purtroppo».
LEGGI ANCHE > I peggiori insulti al sacerdote che ha portato i migranti in piscina
PROVINO MIGRANTI, UN’OCCASIONE PER FAVORIRE L’INTEGRAZIONE
Ieri, altri 110 migranti richiedenti asilo hanno avuto la possibilità di entrare a far parte del mondo del calcio, così come era capitato a Coulibaly. A Pesaro, infatti, è stato organizzato un provino tutto per loro, al termine del quale verranno scelti una ventina di calciatori da proporre alle squadre dalla Serie D in su. «Il livello è medio – dice il procuratore Daniele Verdesca -, alcuni di questi ragazzi verranno selezionati. L’iniziativa, comunque, ha lo scopo umanitario di tentare la strada dell’integrazione attraverso il gioco».
E ci sono tanti giovani che, proprio come Coulibaly, sognano di arrivare in Serie A. Dal campo di Vallefoglia, alla periferia di Pesaro, raccontano le loro storie e i loro desideri. La maggior parte di loro non si fa illusioni: i ragazzi sanno benissimo che sfondare nel mondo del calcio italiano non è una cosa semplice. Tuttavia, ci provano lo stesso e con il sorriso: danno tutto in campo perché vogliono onorare al meglio l’occasione. Ma se non saranno selezionati, cercheranno un altro lavoro da fare.
PROVINO MIGRANTI, L’IN BOCCA AL LUPO DI MAMADOU COULIBALY
Intanto, si tengono ben stretti l’in bocca al lupo di Coulibaly: «Sono contento che altri giovani possano avere la mia stessa possibilità – dice – e faccio loro i miei migliori auguri: spero che possano togliersi le soddisfazioni che mi sto togliendo io».
(FOTO: Una squadra di migranti ad Ala, in Trentino – ANSA/UFFICIO STAMPA COMUNE DI ALA)