Antanas Mockus, sindaco di Bogotà: quando la politica preferisce l’educazione al comando
15/11/2013 di Mazzetta

In due mandati da sindaco, un professore prestato alla politica ha dimostrato l’importanza e l’efficacia dell’esercizio della funzione pedagogica della politica, in netta controtendenza con tempi nei quali sembrava dimenticata.
LA CARRIERA – Aurelijus Rūtenis Antanas Mockus Šivickas è un politico colombiano di origini lituane, diplomato e laureatosi in Francia in all’università di Digione in matematica e poi in filosofia all’università nazionale di Colombia a Bogotà. Nato nel ’52, nel 1993 lascia la presidenza della stessa università per candidarsi a sindaco della capitale e nel 1995 viene eletto. Sarà sindaco della capitale per due mandati, il primo dal 1995 al ’98, interrotto per candidarsi alle presidenziali e il secondo dal 2001 al 2003, che interromperà per tornare all’insegnamento e fare alcune esperienze accademiche negli Stati Uniti promuovendo e spiegando il suo approccio alla politica.
UNO STILE UNICO – Mockus è diventato famoso per la sua maniera originale d’interpretare il ruolo di sindaco della turbolenta capitale colombiana, ma soprattutto perché con i suoi metodi ottenne risultati impensabili e clamorosi. Privo d’esperienza politica si avvicinò al suo compito con lo spirito di chi stava per prendere per mano «una classe con sei milioni e mezzo di persone». Dalla sua aveva un asso nella manica, perchè diversamente dai suoi predecessori era visto come una persona onesta ed estranea a una classe politica corrotta che era scesa a ogni genere di compromesso con i narcos e altre forze poco raccomandabili. La città all’epoca era piagata dalla violenza, non solo quella delle sparatorie per strada, ma anche quella di gang di minorenni armate che razziavano il possibile, da un traffico infernale e in genere appariva come una metropoli sull’orlo del collasso. Mockus si propose come il pedagogo di quella umanità allo sbando e trovò il modo di comunicare ai suoi concittadini la necessità della loro adesione a comportamenti sociali più virtuosi fino ad indurli efficacemente a cambiare parecchie abitudini nocive.