La brutta storia della lista del Pd per la città metropolitana
13/09/2014 di Marco Esposito
Il Partito Democratico di Matteo Renzi si è contraddistinto soprattutto per una cosa in questo suo primo anno di vita: il rispetto della parità di genere. Una segreteria e un governo, quelle volute dall’ex Rottamatore, ricche di figure femminili, anche in ruoli importante. Evidentemente l’esempio del segretario presidente del Consiglio, viene seguito con grande fatica in alcuni parti d’Italia, ad iniziare da Roma.
E’ di queste ore, infatti, una polemica sulla lista del PD per quanto riguarda il consiglio della Città Metropolitana; una lista – quella approvata ieri in direzione regionale – che viola ogni regola statuaria dei democratici per la parità di genere. Su 24 componenti, soltanto 7 sono donne, e ben 17 gli uomini. La situazione si fa ancor più critica se si prendono in considerazione i componenti della lista espressione di Roma, senza contare la provincia: una sola donna, e ben 7 uomini.
Una vera e propria caporetto per un partito che addirittura nel suo statuto ha inserito l’attenzione al ruolo delle donne nella politica.
Valeria Baglio, consigliera comunale di Roma e presidente della commissione Scuola, si è rifiutata di controfirmare le liste approvate ieri. «La lista presentata dal Pd per il Consiglio
metropolitano – ha scritto in una nota – non è stata composta rispettando le
indicazioni dello statuto del Pd. L’articolo 3 da chiare indicazioni e
prescrizioni sulla presenza paritaria di donne e uomini e sulla parità tra i
generi nelle candidature per le assemblee elettive».
«Si è sottovalutata l’importanza delle pari opportunità – dice amareggiata a Giornalettismo – un principio sancito dal nostro statuto. Si è fatto un errore: si è costruita una lista senza confrontarsi».
La verità è che il partito romano e laziale, ancora oggi, è in mano alle logiche correntizie. Le candidature, sia quando si parla di Città metropolitane, sia quando si parla di consiglio comunale o regionale, sono frutto dell’accordo a tavolino fatto dalle correnti.
«Il gioco delle correnti e la mancanza di un luogo dove costruire una lista forte e autorevole – continua la Baglio – hanno aiutato a compiere quello che ritengo un errore».
Il bello è che in moltissimi nel Pd romano e laziale considerano quanto avvenuto un errore, anche se nessuno sembra riuscire a trovare la soluzione per uscire da questa situazione.
E la discussione nata proprio sul profilo Facebook della Baglio, conferma quanto è avvenuto. In mezzo a molti complimenti per la sua presa di posizione, è rilevante il commento di un uomo importante del PD laziale e romano come Enzo Foschi. L’ex consigliere regionale scrive: «tutti abbiamo sbagliato e potevamo fare meglio», ma poi ammette il peso delle correnti nel partito: «nessuno faccia finta di cadere dal pero, queste stesse correnti hanno eletto consiglieri e consigliere comunali e a tavolini deciso il sostegno alle primarie per i parlamentari così come quelle per i presidenti di municipio».
Sulla stessa lunghezza d’onda della Baglio si schiera anche Alessandra Cattoi, assessore delegato alle pari opportunità e molto vicina al sindaco Marino, che in una nota scrive:
Che le donne siano così sottorappresentate nella lista del PD di Roma per il Consiglio della Città Metropolitana è un dato preoccupante. La parità di genere nelle candidature, che il PD ha voluto e difeso nelle elezioni amministrative a Roma e in tutt’Italia, non può essere ignorata in questa occasione.
Si tratterebbe davvero di un passo indietro, per lo meno per l’affermazione di un principio che tutti noi democratici condividiamo. Roma nell’ultimo anno ha dato l’esempio, dimostrando nei fatti di valorizzare il ruolo delle donne con una Giunta comunale in cui è rispettata pienamente la parità di genere tra assessori e assessore e con un’assemblea capitolina in cui, sui banchi del PD, la rappresentanza femminile è di 7 consigliere su un totale di 19 eletti.Mi auguro che il PD rifletta su questa delicata questione e ci siano i margini per un ulteriore aggiornamento delle liste
Le liste per il consiglio della Città Metropolitana vanno consegnate martedì, forse, con un piccolo sforzo da parte di tutti c’è ancora la possibilità di rimediare ad una brutta figura.