Quelli che rivendicano l’indipendenza del Territorio Libero di Trieste

29/04/2014 di Maghdi Abo Abia

UNA STORIA PARTICOLARE – E tuttavia resta un accordo di buon vicinato bilaterale che non può sovrapporsi ad un Trattato di Pace imposto all’Italia. Inoltre, continua Ferluga, il trattato di Osimo contrasta con gli articoli 110 e 117 della Costituzione e non comprende la parola “sovranità”. E l’uscita di Trieste dall’Italia non è un capriccio ma un tentativo secondo i promotori di restituire la città al suo passato, partendo da un affermazione dello storico Paolo Rumiz secondo cui la Trieste del 1913, ai tempi del dominio austriaco, fosse più progredita di quella attuale. Un ritorno al passato si è avuto con il TLT ma al ritorno della città in Italia è avvenuto il disastro.

Quelli che rivendicano l'indipendenza del Territorio Libero di Trieste

L’ESODO CONTINUO – Tra il 1954 ed il 1961 30.000 triestini se ne andarono ed oggi ogni anno vanno via 3.000 persone con una perdita nel periodo 2008-2013 di 10.000 posti di lavoro. E Ferluga ha ribadito che nella loro azione non c’è alcun sentimento anti-italiano in quanto si rivendica l’italianità della città. Solo, si vuole che venga rispettato, almeno questa è la loro lettura, il trattato di Pace del 1947. Con una Trieste indipendente, poi, si potrebbe tornare al passato, ovvero allo sfruttamento del porto franco, 70 ettari di territorio, che potrebbero interessare notevolmente all’Austria che attraverso un accordo commerciale ritroverebbe lo sbocco sul Mediterraneo perso dopo la prima guerra mondiale.

LA CONFERMA DEL TRATTATO DI PACE – Il Movimento Trieste Libera quindi, a differenza di quanto fatto dai serenissimi ad esempio o dagli indipendentisti friulani, non ha la minima intenzione di prodursi in un Referendum ribadendo quello che per loro è pacifico, ovvero che Trieste è di fatto indipendente dal 1947 e che al momento è occupata dagli italiani. Una ricostruzione però respinta da Fabio Spitaleri, ricercatore di diritto dell’Unione Europea presso l’Università di Trieste, ripreso da Repubblica-Limes, secondo cui eventuali ricorsi ad organismi internazionali, ammessi da una sentenza del Tar del Friuli-Venezia Giulia che aveva respinto la richiesta d’annullamento delle Elezioni amministrative del 2013 ai sensi degli accordi transnazionali.

Quelli che rivendicano l'indipendenza del Territorio Libero di Trieste

LO SCIOPERO FISCALE – Secondo Spitaleri esistono due tesi prevalenti sull’argomento. La prima sostiene che le potenze internazionali abbiano tacitamente accosentito ai provvedimenti del Memorandum di Londra e del trattato di Osimo, la seconda è che di fatto le prescrizioni del trattato del 1947 non sono mai state esaudite. Di fatto il TLT non è mai sorto e Trieste in realtà sarebbe stata governata dagli alleati. Ma parliamo di dottrine storiche che si frappongono alle carte in mano ai militanti. Militanti che come spiega La Stampa, dal 10 febbraio scorso hanno iniziato uno sciopero fiscale, a compimento di una manifestazione svoltasi nel settembre 2013 alla quale hanno sfilato seimila persone per chiedere l’istituzione del Porto Libero di Trieste.

LA SENTENZA FAVOREVOLE – Peraltro alle amministrative del 2013 800 persone si sono presentate al seggio dichiarando la non legittimità del voto. Un numero importante, come riconosciuto dal consigliere comunale del Pd Pietro Faraguna che ha ricordato come l’elettorato attivo di Trieste sia comunque ridotto. E se entro il 15 settembre l’Onu non nominerà un garante speciale per i diritti del territorio libero, allora ci sarà l’autodeterminazione. E la prova di una situazione alquanto delicata, indipendentemente dai giudizi di facciata, è rappresentata dal fatto che un giudice, Pietro Leanza, come riportato da Giurasante su L’Indipendenza, il 19 marzo 2014 ha riconosciuto che Trieste e la zona A del TLT si trovavano in regime di amministrazione provvisoria fino al 1975.

PROSSIMO APPUNTAMENTO IL SETTE MAGGIO – Ciò significa che per 21 anni, è stato confermato, Trieste non era ufficialmente in Italia. Il 7 maggio lo stesso giudice sarà chiamato a determinare con il suo parere come il Trattato di Osimo non sia stato sufficiente a sovvertire quanto definito dal trattato di pace di Parigi del 1947. In sostanza, se il giudice riconoscerà che tale trattato non è sufficiente potrebbe aprirsi davvero la richiesta di un intervento internazionale. Peraltro sempre dalle colonne de La Stampa si apre alla possibilità della richiesta di un aiuto da parte di un paese estero.

Quelli che rivendicano l'indipendenza del Territorio Libero di Trieste

LE QUESTIONI IN SOSPESO – Il trattato in questione poi venne presentato all’Onu nel 1987 da parte dell’Italia, con le Nazioni Unite che di fatto presero atto del documento, come registrato dal segretario. Inoltre al suo interno non si parla di un cambio della sovranità ma solo del rispetto dei confini, della sovranità e dell’integrità delle aree. Ma se viene riconosciuto che l’amministrazione italiana era di fatto alleata. E viene mantenuta l’integrità territoriale ed etnica autorizzando eventuali spostamenti. Ma di fatto non si parla di una divisione o di un cambio di sovranità. O almeno quanto è quanto appare dal documento.

COSA ACCADRÀ – Cosa succederà? Difficile dirlo. Il movimento accoglie una buona partecipazione di persone che confidano in un rilancio della città attraverso lo sviluppo del porto franco e della rivoluzione fiscale che interesserebbe l’area. Tuttavia nonostante nei testi manchi qualsiasi riferimento esplicito al passaggio dei poteri tra GMA e Italia, è esattamente quanto avvenuto il 26 ottobre 1954. Se la magistratura riconoscerà un’eccezione allora si arriverà probabilmente ad un esposto internazionale, e forse sarà necessario affrontare una volta per sempre un capitolo oscuro della storia recente del nostro Paese. (Photocredit Facebook TLT)

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