Raffaele Sollecito chiede 516 mila euro per ingiusta detenzione allo Stato Italiano
30/01/2017 di Redazione

Raffaele Sollecito, imputato e poi assolto definitivamente per l’uccisione della studentessa inglese Meredith Kercher, è stato intervistato a La Zanzara su Radio 24 per parlare della partecipazione ad alcuni gruppi Facebook dove ha scritto frasi (e battute) discutibili su omicidi e violenze.
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RAFFAELE SOLLECITO E I 516 MILA EURO ALLO STATO ITALIANO
Davanti a Cruciani e Parenzo ha inoltre aggiunto: «Cattivo gusto? Qualsiasi essere umano fa ironia sulle proprie esperienze – dice ancora Sollecito – e mi dispiace che queste cose siano arrivate all’attenzione del pubblico. Non volevo che quei commenti diventassero pubblici, ho sognato per un periodo di non essere un personaggio pubblico ma solo una persona comune». «Ho risposto in modo stupido – aggiunge Sollecito – a domande stupide. La frase sui coltelli riguarda solo me, non ho parlato di Meredith. E non esistono filmini porno con Amanda, è una stupidaggine che ho detto». E la frase sulle feci?: «Ho dato una risposta stupida e irriverente ma non c’è un legame con Guede perchè si parlava di tracce mentre Guede l’ha fatta nel bagno. Sono cose diverse». E su Rudy Guede, l’unico colpevole dell’omicidio della Kercher, Sollecito replica: «E’ l’unico colpevole, vista la dimensione della scena del crimine e il materiale medico legale. È’ stata una sola persona, tutte le tracce sono sue». Sollecito ha chiesto 516mila euro allo Stato Italiano per ingiusta detenzione. «Ci servono solo per ripianare i debiti che abbiamo fatto per pagare gli avvocati in questi anni. Se rifiutassero questa richiesta sarebbe una beffa, dopo il danno che ho subito. Poi, per quello che è successo i durante i processi forse chiederemo altri soldi con un processo a parte. Il problema sono i debiti, 400mila euro. Quei soldi mi servono per tappare il buco. Sono stato tenuto dentro per una teoria accusatoria in cui non c’era nulla. Perseguitato? Sì, chi ha seguito il processo lo sa».
Foto copertina: Facebook di Raffale Sollecito