Ragazzini che si strangolano per andare su di giri

24/11/2010 di Viola Afrifa

RISCHI DIRETTI E INDIRETTI– Secondo le ricerche del Center For Deseases Control and Prevention americano, dal 1995 sono più di 80 i ragazzi deceduti in seguito al gioco del blackout. La morte è quindi l’effetto più eclatante ma non altrettanto raro. Altri effetti collaterali interessano in particolare le cellule cerebrali cha a causa del blocco dell’ossigenazione rischiano di essere danneggiate quando non vanno in contro alla morte: la deteriorazione delle cellule cerebrali è causa di convulsioni, perdita di memoria, di capacità di concentrazione e di altre gravi disfunzioni neurologiche. Effetti indiretti di questo gioco pericolosissimo sono quelli tipici dello svenimento: traumi cranici, fratture, commozioni, contusioni, lacerazioni dei tessuti possono essere provocati dalla perdita di conscienza (cadendo a “peso morto” sul pavimento o battendo violentemente contro spigoli e oggetti contundenti). A questo si aggiungono emorragie agli occhi (provocate dallo strangolamento) e sanguinamento copioso dovuto al morso prolungato e serrato della lingua. Ricordiamo che il blocco dell’ossigenazione che raggiunge la durata di 3 minuti porta ad inevitabili danni cerebrali. Raggiunti i 5 minuti, la morte appare l’unica prospettiva. Ecco perché, i blackout procurati in solitaria, dove quindi nessuno può chiedere aiuto eliminare il blocco, terminano quasi sempre con la morte o con un ricovero d’urgenza. I ragazzi in questione, se non si prestano a causa della cosiddetta “peer pressure”, cercano nei choking game una sensazione di piacere che può diventare causa di dipendenza e che, proprio per questo, porta i ragazzi a autosoffocarsi anche quando non sono in compagnia. Ed è proprio lì che si annida il pericolo più grande: morire da soli e magari andare erroneamente a rimpinguare le statistiche dei suicidi adolescenziali.

GENITORI CHE CADONO DALLE NUVOLE – I dati del CDC rilevano anche che la quasi totalità dei genitori delle vittime non sanno niente dei choking game. Secondo la ricerca, il 93% delle famiglie ne sente parlare solo in seguito alla morte o al ricovero del proprio figlio. Ecco perché, secondo il parere di chi scrive, dare ampio spazio all’informazione sull’argomento è uno strumento per combatterlo. Numerosi siti web nati proprio a questo scopo sottolineano l’importanza dell’educazione delle famiglie e degli insegnanti affinché diventino capaci di interpretare i segni premonitori e prevenire così l’ennesima disgrazia. Tra questi, quasi tutti i siti consultati ne riconoscono alcuni di tipo fisico e altri di tipo emotivo e comportamentale. Frequenti e forti mal di testa, lividi e abrasioni intorno al collo, petecchie e capillari oculari ingrossati e arrossati possono essere segnali coporei eloquenti. ISe il ragazzo ha un improvviso bisogno di privacy e si chiude spesso in camera o in bagno, è disorientato e barcollante dopo essersi isolato, ha improvvisi sbalzi di umore che lo portano ad essere aggressivo potrebbe essersi sottoposto al “gioco“.

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