Raiset ha ucciso il mago Zurlì
30/11/2009 di Carlo Cipiciani
Cino Tortorella, conduttore di trasmissioni Tv, è stato colpito venerdì sera da un’ischemia cerebrale. Dopo ore di paura per la sua vita, si è ripreso. Il peggio è passato, le sue condizioni si sono stabilizzate anche se è ancora ricoverato sotto osservazione nel reparto di neurologia dell’ospedale Sacco di Milano.
Cino Tortorella non è un presentatore televisivo qualunque: perché tutti i bambini di ieri (e molti di quelli di oggi) lo conoscono come il mago Zurlì, il presentatore dello Zecchino d’Oro, il festival di canzoni per bambini dell’Antoniano che molti di noi hanno guardato ed amato. Confessiamolo: siamo stati tutti bambini.
Difficile dimenticare “Il valzer del moscerino”, i “44 gatti” in fila per sei con resto di due, “Popoff”o più recentemente “Il coccodrillo come fa” o “E’ meglio Mario”. Lo Zecchino d’Oro è uno dei programmi musicali per ragazzi più importante al mondo ed è l’unica trasmissione televisiva al mondo ad essere stata dichiarata dell’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Lo Zecchino d’Oro nasce da un’idea di Cino Tortorella, il mago Zurlì, geniale come tutte le idee semplici. Quella di far cantare dei bambini, mettendoli senza rete al centro della scena, “approfittando” della loro freschezza, schiettezza, genuinità. Quella freschezza e genuinità che ci portano alla verità in modo intuitivo ed irrazionale, guardando le cose con lo stupore e la meraviglia del fanciullino presente in un cantuccio dell’anima di ognuno di noi. Quella che ogni adulto vorrebbe veder conservata per sempre in sé, e che purtroppo spesso la vita si porta via.
Ma Cino Tortorella non è solo il mago Zurlì. E’ anche il deus ex machina della Zecchino d’Oro: un’idea indovinata, un progetto complesso, una macchina che muove soldi ed interessi e che a volte solleva qualche polemica, come quelle che puntualmente alimenta “Striscia la Notizia”, dove coraggiosi inviati d’assalto attaccano i “poteri forti” scoprendo scandali terribili, come i pacchi di Affari tuoi o le vendita di enciclopedie per i concorrenti dello Zecchino. Inchieste da verificare (più di un genitore ha difeso il conduttore dicendo “a noi nessuno ha mai chiesto nulla”) ma che casualmente se la prendono quasi sempre con le trasmissioni della “concorrenza”.
Però Cino Tortorella quest’anno, allo Zecchino d’Oro che si è svolto pochi giorni fa con la vittoria de “La doccia col cappotto”, non c’era. Ma non per via di questa storia: perché da qualche anno, con l’arrivo del nuovo direttore, Frate Alessandro Caspoli, le cose all’Antoniano sono cambiate. Mariele Ventre è morta, Topo Gigio si è messo a fare la pubblicità progresso anti influenzale. Alla Rai le trasmissioni per bambini non piacciono da un pezzo. E anche la “tv dei ragazzi” che accompagnava i pomeriggi degli italiani, con trasmissioni forse un po’ deamicisiane ma non prive di intelligenza, è scomparsa.
E anche allo Zecchino d’Oro si è voluto rinnovare: i bambini, assoluti protagonisti di decine di edizioni di successo assieme al mago Zurlì, sono finiti in secondo, terzo, quarto piano. Cino Tortorella ha visto il “suo” giocattolo snaturato, trasformato in una specie di “talent show”. La trasmissione patrimonio dell’Umanità, fatta di bambini per i bambini è diventata una passerella di bambini fatta per adulti, o al limite per bambini da far crescere in fretta. Cino Tortorella si è sentito messo da parte, ha brontolato, proprio come quei nonni che girano per casa e che nessuno ha voglia e tempo di ascoltare. E il mago Zurlì è morto. L’hanno ucciso.
Cino Tortorella invece guarirà: perché ha 77 anni, ma è uno tosto. E sicuramente spiegherà – se gli sarà permesso, visto che prima di sentirsi male aveva minacciato di incatenarsi ai cancelli di Mediaset se Striscia la Notizia non gli concedeva il “diritto di replica” – le circostanze che gli vengono contestate. Ma non è per questo che l’Antoniano e la Rai lo hanno messo da parte, relegandolo in un cantuccio.
In un cantuccio, che non è quello dell’anima di fanciullino, ce l’hanno messo la Rai, l’Antoniano e Mediaset. E tutti coloro che in politica, in Tv, nella società hanno decretato qualche anno fa la scomparsa del passato e quella del futuro, in nome di un’idolatria dell’eterno presente che rinnega la vecchiaia per evitare di fare i conti con la memoria e che ha distrutto l’infanzia per non riflettere sul futuro.
Nel paese delle culle vuote, dove i bambini sono costretti a fare i “piccoli adulti” e gli adulti fingono di restare eterni bambini, non c’è posto per lo Zecchino d’Oro di una volta, per Topo Gigio e per il mago Zurlì. Meglio le tette al vento delle veline di Striscia la Notizia, i talent show e un bel Tg con notizia virtuali firmato Minzolini. Al limite, un posto – magari dopo una bella causa giudiziaria e una conciliazione amichevole – si potrà trovare anche per un guarito Cino Tortorella. Ma solo se aggiusta un po’ il colore dei capelli, si fa un ritocchino di lifting e si veste in giacca e cravatta.