Il PD vuole Benigni, Buffon e Jovanotti testimonial per il Sì al referendum?
01/07/2016 di Redazione
LEGGI: LO SPECIALE SUL REFERENDUM COSTITUZIONALE 2016
Al referendum costituzionale il Partito Democratico farà affidamento a tre degli italiani più famosi nel campo del cinema, dello sport e della musica. Secondo un articolo di Carlo Tecce per il Fatto Quotidiano il PD vuole coinvolgere Roberto Benigni, Gianluigi Buffon e Roberto Benigni nella campagna per il Sì alle riforme costituzionali
I SOSTENITORI DEL Sì AL REFERENDUM COSTITUZIONALE
Il Fatto Quotidiano di venerdì 1 luglio 2016 racconta la strategia del PD in vista del referendum costituzionale.La campagna per il Sì dovrà essere la più inclusiva possibile, e slegata dal simbolo del Partito Democratico, ora in sofferenza. Sul modello, certo poco fortunato, di quanto visto nella campagna per il ballottaggio di Roma, con le dichiarazioni di Totti e Montezemolo pro Olimpiadi, i comunicatori del PD come Alessio Di Giorgi e Jim Messina vogliono coinvolgere personalità di richiamo che sappiano ampliare i consensi per il Sì al referendum costituzionale in modo trasversale. I nomi più apprezzati sono per Il Fatto Roberto Benigni, Gianluigi Buffon e Lorenzo Jovanotti. Il premio Oscar si è espresso in favore delle riforme costituzionali in una intervista a La Repubblica del 2 giugno 2016 dopo un’iniziale dichiarazione di contrarietà. Il portiere della Nazionale ha dichiarato il suo apprezzamento per la riforma del Senato e per l’Italicum in una intervista all’Unità, mentre il cantante è vicino al PD come a Matteo Renzi.
LEGGI ANCHE
Cosa dicono i sondaggi sul referendum costituzionale
I DUBBI DELLA CAMPAGNA DEL PD
Carlo Tecce sul Fatto rimarca come non sarà semplice convincere personaggi così famosi, e attenti alla loro preziosa immagine, a schierarsi pubblicamente per una campagna elettorale. Un elemento rassicurante è rappresentato dal fatto che personalità come Benigni o Buffon non dovranno vincolare il loro eventuale appoggio al simbolo del PD. La campagna sembra orientata a puntare tutto o quasi sul Sì, simbolo ben più attraente in questo momento rispetto al Partito Democratico.
I politici dem non l’ammetteranno mai, e le ragioni sono naturali, ma il concetto è diffuso: più il PD si nasconde, più il Sì può prevale