Perché il referendum costituzionale (forse) sarà spacchettato
04/05/2016 di Redazione
Nelle ultime settimane sta prendendo sempre più corpo l’idea di spacchettare in più quesiti il referendum costituzionale dell’autunno prossimo, attraverso il quale gli italiani dovranno confermare o bocciare la riforma per il superamento del bicameralismo perfetto e la riduzione del numero dei senatori approvata in Parlamento. I magistrati che dovranno ammettere le richieste di referendum confermativo potrebbero decidere di chiamare al voto gli elettori non sull’intero corpo delle modifiche alla Carta passate alla Camera e al Senato, ma su parti separate.
IL REFERENDUM COSTITUZIONALE E LE RAGIONI DELLO SPACCHETTAMENTO
Ne parla Marco Bertoncini sul quotidiano Italia Oggi. L’ipotesi è gradita ad ampi settori politici, sia di maggioranza che di opposizione, e si stanno studiando raccolte di firme di deputati e senatori (per sottoscrivere una proposta referendaria è necessario un quinto dei membri di una Camera) per circoscrivere le sezioni della riforma costituzionale da sottoporre al corpo elettorale. Un referendum costituzionale spacchettato eviterebbe la trasformazione dell’elezione in un test pro o contro il governo Renzi ed eviterebbe un voto omnicomprensivo su una riforma molto complessa. Bertoncini su Italia oggi ricorda:
In effetti, i costituenti non avrebbero mai pensato che la Carta fosse rivista mediante riscritture di decine e decine di disposizioni. Ritenevano che non ci sarebbero state riforme, ma semplici revisioni, tant’è che l’articolo 138 parla di «revisione della Costituzione». Esemplare è la riflessione di Luigi Einaudi, espressa nella seconda sottocommissione per la Costituzione all’Assemblea costituente (16 genn. 1947): «ritiene che agli elettori si debba presentare una proposta precisa, a cui essi debbano rispondere con un sì o con un no». Invece il referendum prendi tutto o respingi tutto manca di omogeneità, perché mette insieme Senato regionalizzato e soppressione del Cnel, competenze Stato/regioni e bicameralismo differenziato.
(Foto di copertina: ANSA / GIORGIO ONORATI)